Bullismo, oltre il 20% dei ragazzi ne è vittima

Si parla spesso di bullismo, ma forse non si conosce la reale entità del fenomeno. E anche il ritorno alla normalità, dopo gli anni difficili della pandemia, non ha migliorato le cose. A lanciare l’allarme di questa realtà che colpisce tantissimi ragazzi in età scolare è l’Osservatorio “Bullismo e Cyberbullismo”, primo tassello dell’iniziativa voluta da Citroën Italia che, con Skuola.net, punta a contrastare questi fenomeni attraverso campagne di comunicazione online e interventi diretti nelle scuole. Il sondaggio ha coinvolto 3.000 ragazze e ragazzi tra gli 11 e i 19 anni. Si è così scoperto che, solo nell’ultimo trimestre di lezioni, il 13% degli adolescenti intervistati ha “denunciato” di essere stato vittima di episodi occasionali, mentre per il 7% si è trattato di vessazioni sistematiche. 

Le matrici più frequenti

Ci sono matrici di bullismo molto più frequenti di altre. Quali sono? Quelle che si concentrano soprattutto su tre grandi macro-aree: l’aspetto, l’identità sessuale, l’etnia o l’origine. Il cosiddetto “body shaming” – che punta a sottolineare, a scopo denigratorio, i difetti fisici o, peggio ancora, eventuali disabilità – è in assoluto la più sfruttata dai bulli. Al secondo posto di questa “brutta” classifica troviamo, poi, l’orientamento sessuale. In terza posizione, i pregiudizi di natura razzista. Non solo. Il bullismo, per alcune “categorie” di Zedders, diventa ancora più pressante e presente nella quotidianità. 

Preadolescenti e giovani adolescenti i più colpiti

Dal punto di vista anagrafico, a finire nel mirino dei bulli sono in particolare preadolescenti e giovani adolescenti: nella fascia d’età 11-16 anni, mediamente il 22% del campione ne è stato vittima negli ultimi mesi; dopodiché, man mano che si cresce, per fortuna i numeri iniziano a scendere. Ma, a volte, è il “genere” che può fare grande differenza, nel bene e nel male. Le femmine, ad esempio, sono molto più esposte al “body shaming” rispetto ai maschi: circa 1 ragazza su 3 è stata recentemente colpita da questo tipo di attacchi, mentre tra i ragazzi la frequenza scende a 1 su 6. 

I pericoli sul web

A rendere ancora più cupo il quadro sono le nuove forme di vessazione in ambito digitale che, più o meno sottilmente, possono avere un impatto negativo sulla psiche di chi le subisce. Una di queste è il cosiddetto “orbiting”, ovvero la pratica che vede una sorta di controllo esterno sui propri canali social da parte di un ex partner – senza alcuna comunicazione diretta ma limitandosi a commentare o lasciare reactions – dopo la conclusione della relazione sentimentale: pur essendo un comportamento codificato solo di recente, ne è già stata vittima il 35% dei giovani coinvolti nella ricerca. Provocando conseguenze da tenere sotto osservazione, in particolare turbamento (in quasi 3 casi su 10), rabbia (per 1 su 4) e tristezza (per 1 su 5). Meno della metà (42%) sostiene invece di non esserne stata in alcun modo “toccata”. Anche qui, nemmeno a dirlo, le “categorie” più colpite sono le ragazze e i “non binary”.