Qual è la dieta più sostenibile tra mediterranea, vegana o vegetariana?

Se la sostenibilità inizia (anche) dalla tavola, qual è la dieta più sostenibile? La filiera alimentate è responsabile del 30% delle emissioni di gas serra, di cui il 60% circa proveniente da prodotti animali. La dieta vegetariana e quella vegana hanno quindi un impatto minore sull’ambiente rispetto alla dieta mediterranea, e sono anche più sostenibili economicamente.

Emerge da un’indagine condotta da Altroconsumo, che ha chiesto a un nutrizionista di costituire tre diete equilibrate dal punto di vista nutrizionale  (apporto calorico giornaliero di 2.000 kcal). Sulla base degli alimenti e delle quantità fornite per ogni dieta, è stato calcolato il costo e l’impatto ambientale.
In ogni caso, consumando alimenti più sostenibili, valorizzando i prodotti vegetali stagionali,  riducendo il consumo di carne e latticini è possibile prevenire alcune malattie e ridurre l’impatto ambientale.

Produzione di CO, consumo di suolo e acqua

Una persona adulta che segue la dieta mediterranea ogni settimana produce 15kg di CO₂ equivalente, consuma 19mq di suolo e 1.880 litri di acqua.

La dieta vegana è quella che complessivamente ha il minor impatto ambientale. Infatti, pesa il 32% in meno di quella mediterranea e il 18% in meno di quella vegetariana. Questo perché la dieta non prevede alimenti di origine animale e si basa sul consumo di cereali, legumi, verdura e frutta, olii, bevande vegetali e semi. Una persona adulta che segue la dieta vegana ogni settimana produce 8kg di CO₂ equivalente, consuma 15mq di suolo e 1.810 litri di acqua.

Il costo del regime alimentare

La dieta vegetariana che rispetto a quella vegana prevede anche uova e latticini, consuma più acqua, anche rispetto alla dieta mediterranea.
Infatti, un adulto che segue la dieta vegetariana ogni settimana produce 11kg di CO₂ equivalente, 17mq di suolo e 1.980 litri di acqua.

Ma il regime alimentare più economico è quello vegetariano. Il costo settimanale della spesa vegetariana è di 53 euro circa. Meno di quanto spende chi segue la mediterranea, che deve mettere in conto 63 euro circa a settimana, il 17% in più rispetto alla vegetariana.

Frutta e verdura fanno salire il conto

Per i vegani il costo della spesa settimanale è simile a quella dei vegetariani, 54 euro, mentre quella mediterranea costa il 15,5% in più. I vegani spendono di più per le alternative vegetali alle proteine (legumi, frutta secca, fonti proteiche alternative, come seitan e tofu,) che incidono per il 16% sulla spesa settimanale, oltre a frutta e verdura, che rappresentano il 45% della spesa.

Per chi segue la dieta mediterranea a incidere maggiormente sul costo della spesa settimanale è il pesce, che ne costituisce un quinto, mentre la carne pesa per l’8% e i latticini il 12%. Ma sono soprattutto frutta e verdura a far salire il conto, rispettivamente costituiscono il 16% e il 18% della spesa settimanale.