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Mercato pubblicitario Out of Home: raggiunge 696 milioni nel 2023

Il digitale si sta facendo sempre più strada portando innovazione e guidando anche la crescita del mercato pubblicitario l’Out of Home (OOH). Secondo i dati dell’Osservatorio Internet Media della School of Management del Politecnico di Milano il mercato Out of Home tocca quota 696 milioni di euro (+13%), aumentando la sua importanza all’interno del Media Mix pubblicitario italiano. Raggiunge infatti il 7% della raccolta complessiva (+1% vs 2022).

In questo panorama è sempre più rilevante il ruolo del Digital Out Of Home (DOOH), che con 201 milioni di euro (+21%) pesa circa un terzo sulla raccolta totale del mezzo.
“Il trend positivo di questa componente sarà ancora più evidente nel 2024: il DOOH sarà infatti responsabile del 64% della crescita di questo Media prevista – dichiara Denise Ronconi, Direttrice dell’Osservatorio – e raggiungerà 242 milioni di euro (+21%), con un peso del 32% sulla raccolta complessiva”. 

Nuove opportunità grazie al Programmatic DOOH

Lo sviluppo della componente digital e i crescenti investimenti per la diffusione di impianti digitali portano nuove opportunità per il mercato Out of Home, che ora può sfruttare modalità di compravendita simili al Programmatic advertising disponibile per gli spazi pubblicitari online.

In particolare, il Programmatic Digital Out of Home (pDOOH) fa riferimento all’automazione del processo di acquisto, vendita e distribuzione dell’inventory degli schermi digitali, offrendo agli advertiser funzionalità di targeting avanzate per raggiungere gli utenti anche fuori casa.
In Italia il mercato del Programmatic DOOH è ancora piuttosto contenuto anche se registra tassi di crescita rilevanti: nel 2023 vale circa 10 milioni (+61%) e pesa il 5% della raccolta Digital Out of Home.

Le tecnologie di rilevazione dei dati

Il mercato a oggi è caratterizzato da una molteplicità di tecnologie e modalità di rilevazione di dati utili per la pianificazione e la misurazione delle campagne Out of Home.
In particolare le tecnologie di rilevazione si possono ascrivere a due categorie principali, le classi di dati provenienti da monitoraggio diretto da parte del Media Owner (sensori Wi-fi, beacon bluetooth, cam) e quelle derivanti da player terzi di diversi settori (GPS/SDK app, Telco/SIM).

Questi sistemi permettono di raccogliere dati e informazioni con i quali implementare metriche differenti (tra le quali viewers, tempo di permanenza, tempo di attenzione, frequenza di ritorno) volte a supportare una pianificazione efficace della campagna.

Rimangono alcune aree da migliorare

Se questi approcci abilitano l’effettiva possibilità di una valutazione dell’impatto atteso delle campagne, agli occhi degli advertiser rimangono alcune aree rilevanti di miglioramento.
Tra queste emergono soprattutto l’eterogeneità dell’offerta da parte delle concessionarie Out of Home, la frammentazione del mercato e la mancanza di uniformità delle metriche proposte, per cui una stessa metrica può essere basata su calcoli e dati diversi a seconda del Media Owner di riferimento.

Questo ha come conseguenza un sistema di misurazione che rende ancora ardua la valutazione di campagne complesse, soprattutto nel caso di stima dell’impatto di iniziative cross-media che vedono integrata all’OOH anche l’attivazione di altri mezzi (Tv, mobile, ecc.).

Lombardia, buone notizie sullo stato delle foreste: nel 2022 aumentano i boschi

Nel decennio 2009-2018 la superficie boscata nella regione Lombardia è aumentata complessivamente del 2,7%, mentre la realizzazione di nuovi boschi ha coperto una superficie di 176 ettari ogni anno.
Nel 2022 la superficie forestale in Lombardia è di 619.726 ettari e ricopre il 26% del territorio regionale. Un patrimonio in grado di assorbire ogni anno 3 tonnellate e mezzo di anidride carbonica, la principale responsabile del surriscaldamento globale.

È quanto emerge dall’ultimo rapporto ERSAF dello Stato delle foreste lombarde nel 2022. L’andamento della superficie bosco è in continua espansione, ma con una presenza sbilanciata tra pianura, collina e montagna, e forti disparità di copertura tra superfici provinciali.

La provincia di Brescia vanta la superfice boscata maggiore

Più nel dettaglio, la provincia con la maggiore superficie boscata è Brescia, con 171.469 ettari, mentre Como e Lecco sono quelle con il tasso di boscosità più alto.
Nelle foreste lombarde sono presenti ben 17 specie, a dimostrazione della grande biodiversità del territorio, e gli alberi più rappresentati sono castagni (11,3%), abeti rossi (11,1%), carpini neri (10,8%) e faggi (10,4%).

I Piani di Indirizzo Forestale (PIF) gestiscono il 73% della superficie boscata regionale, che corrisponde a 455 mila ettari. Nel 2020 sono stati approvati tre nuovi PIF, mentre sei sono i nuovi Piani di assestamento forestale (PAF) che hanno portato il totale dei PAF a 88.
Per il triennio 2021-2023 Regione Lombardia ha messo a disposizione delle Comunità Montane uno stanziamento complessivo di 13 milioni e mezzo di euro (4 milioni e mezzo di euro l’anno) a sostegno del sistema agricolo e forestale.

Anche il bosco può cambiare “destinazione d’uso”

Nel 2022 sono stati collaudati 88,62 ettari di nuovi boschi, il dato più alto dal 2015. Sempre nel 2022 gli Enti forestali hanno autorizzato 610 richieste di trasformazione del bosco per 108,97 ettari, mentre per quanto riguarda le nuove destinazioni d’uso del bosco, quella prevalente è l’utilizzo a fini agricoli, che rappresenta il 21,3% (16,17 ettari) della superficie complessivamente richiesta.

La normativa nazionale e regionale stabilisce che chi viene autorizzato a ‘trasformare’ un bosco per cambiarne la destinazione d’uso, deve realizzare interventi compensativi attraverso la creazione di nuovi boschi o il miglioramento di quelli esistenti. 

Nel 2022 più incendi, ma la superficie colpita è la minore del decennio

A fronte di questi numeri, gli incendi registrati nel 2022 sono stati in numero decisamente superiore alla media regionale dell’ultimo decennio, complice l’andamento meteorologico particolarmente siccitoso.

La superficie media per evento, pari a 3,5 ha/incendio, è però decisamente al di sotto di quella del decennio. Quanto all’emergenza legata all’infestazione epidemica da bostrico, che colpisce l’abete rosso, prosegue nel 2022 e purtroppo risulta intensificata. Nelle valli con elevazione orografica inferiore, come la Valsabbia e la Valtrompia, la permanenza dell’abete rosso in purezza è da considerare ormai compromessa.

Dispositivi connessi, quanto “entrano” nella vita dei consumatori?

I dispositivi connessi stanno rapidamente diventando una parte essenziale nella vita quotidiana dei consumatori. Lo evidenzia il recente rapporto del Capgemini Research Institute intitolato “Connected products: Enhancing consumers’ lives with technology”. Questo studio rivela interessanti prospettive sull’adozione e le preferenze dei consumatori in relazione ai dispositivi connessi, nonché sulle loro crescenti aspettative riguardo a sostenibilità e protezione dei dati.

Tendenze e preferenze: cosa accadrà nel prossimo futuro?

La ricerca svela che oltre un terzo degli intervistati ha l’intenzione, nel corso del prossimo anno, di acquistare un numero maggiore di dispositivi connessi. In particolare, piacciono quelli dedicati al monitoraggio della salute e alla sicurezza domestica. I consumatori, però, richiedono un maggiore impegno da parte dei venditori nella gestione sostenibile dei rifiuti elettronici e nella sicurezza dei dati. In merito al percepito, il 67% dei consumatori ritiene che i dispositivi connessi siano una necessità, mentre il 41% li considera strumenti utili per risparmiare tempo e semplificare le attività quotidiane. Queste risposte confermano l’importanza crescente che tali dispositivi hanno assunto nella vita delle persone.

Intrattenimento, sicurezza, wearable e…

Quali sono però i dispositivi connessi più gettonati oggi e domani? Quattro consumatori su cinque possiedono dispositivi di intrattenimento connessi, come Smart TV e console di gioco. E’ in costante aumento anche l’appeal dei veicoli connessi, con il 60% dei consumatori che già li possiede. Le preferenze variano da paese a paese, con la percentuale più alta negli Stati Uniti (77%) e la più bassa in Canada (38%).
Le categorie di prodotto più ambite per gli acquisti futuri si riferiscono alla sicurezza domestica smart e all’assistenza sanitaria intelligente, evidenziando una crescente attenzione per la sicurezza personale e il benessere.

Infine, è in aumento l’uso degli assistenti vocali, con l’85% dei consumatori globali che ne fa uso per la navigazione web o la ricerca di prodotti. E’ evidente la tendenza verso dispositivi indossabili, come orologi e apparecchi per il monitoraggio della salute, con il 29% dei consumatori che prevede di acquistarli nei prossimi 12 mesi.

Aspetti critici: interoperabilità, privacy dei dati e sostenibilità

L’interoperabilità e la facilità d’uso sono elencati fra le priorità per le aziende produttrici, poiché il 65% dei consumatori desidera una singola interfaccia per gestire tutti i dispositivi connessi. Cresce anche la consapevolezza ambientale, con il 68% degli intervistati preoccupato per lo smaltimento dei prodotti elettronici e l’impronta di carbonio. Solo il 36% degli intervistati si dichiara soddisfatto della privacy offerta dai dispositivi connessi, anche se c’è una certa preoccupazione per l’accesso ai dati sanitari attraverso i dispositivi indossabili.

Aziende italiane, investire sui talenti della GenZ… premia

Il premio Company for generation Z, istituito dalla business school Radar Academy per dare risalto alle aziende che investono sui giovani della GenZ, anche nel 2023 ha premiato a Milano le prime 41 aziende distinte per aver realizzato piani concreti di valorizzazione in 10 ambiti.

I giovani della GenZ, ovvero i nati tra il 1995 e il 2010, in Italia sono più di 8 milioni. Rappresentano la generazione digitale che non ha mai conosciuto un mondo senza Internet, smartphone, social network e nuove tecnologie.
La GenZ è la frontiera del nuovo mondo del lavoro, ed è la principale interprete del futuro. La sfida del futuro del lavoro, quindi, passa inevitabilmente dall’investimento nelle nuove generazioni.

Il riconoscimento speciale “Passaggio Generazionale 2023”

Gli ambiti di valorizzazione dei giovani considerati dal Premio sono il numero di assunzioni di giovani nati dopo il 1995, numero di stage attivati, percorsi e prospettive di carriera, welfare aziendale e benessere della persona, smartworking e lavoro ibrido, percorsi di formazione, politiche di talent retaining, progetti con scuole, università e business school, diversità e inclusione, responsabilità e sostenibilità.

È stato poi istituito anche il riconoscimento speciale ‘Passaggio Generazionale 2023’, pensato per premiare le realtà aziendali e professionali in cui si realizza un passaggio generazionale al vertice dell’organizzazione.
Nell’edizione 2023 il premio è andato all’avvocato e giuslavorista Francesco Rotondi, fondatore dello studio LabLaw, per aver lascito il timone dello studio, pur essendo in piena attività, a un giovane avvocato di 35 anni, Alessandro Paone.

Rinnovare anche a livello sociale e del sistema Paese

“Il premio Company for generation Z ha lo scopo di dare visibilità a una tematica centrale per il nostro futuro: l’investimento nelle giovani generazioni che saranno protagonista del cambiamento in atto – spiega Ernesto D’Amato, ceo di Radar Academy -. In questo passaggio il ruolo delle aziende e del mondo del lavoro sarà determinante per accogliere e far sprigionare tutto il potenziale innovativo e valoriale della Generazione Z. Un ruolo, quello delle imprese, finalizzato non solo a un rinnovamento sul piano lavorativo e organizzativo ma anche sul piano sociale e dell’intero sistema Paese”.

Da Lidl a Unicredit, Moleskine, Oracle… ecco i brand vincenti

Tra le aziende premiate, Unicredit, Coca Cola HBC, Lidl, Luisa Via Roma, Ntt Data, Lavorint, ABL Consultancy, Manpower Group, Leroy Merlin, Sidea Group, Borgo Egnazia, Danone, Primo Group, Rai Pubblicità, Netcom, Free Mind Foundry, One day, I Genous, ADHR, LHH, Laminazione Sottile, Acqua Minerale San Benedetto, Brain Computing, Moleskine, Oracle, Ferrero, Enel, AFV Beltrame Group, GMM Farma, P&G, Whirlpool, Per Formare, Formamentis, Tecno, Bosh Italia, Culligan, Zextras.

Generazione Z a tavola: piacciono semplicità, salute e sostenibilità

Una recente indagine condotta da Ipsos per l’Osservatorio Cirfood District ha esaminato il rapporto delle giovani generazioni con il cibo e il settore della ristorazione. La ricerca ha coinvolto ragazzi tra i 16 e i 26 anni provenienti da tutta Italia, attraverso 500 interviste basate sulla metodologia CAWI.
Questo studio ha offerto una panoramica approfondita sulle abitudini alimentari dei giovani e la loro relazione con il cibo, mettendo in luce gli aspetti positivi e le sfide del settore food.

Benessere fisico e alimentazione: vince la consapevolezza 

I risultati dell’indagine rivelano che il 73% dei giovani intervistati è soddisfatto del proprio peso, mentre il 67% è contento della propria forma fisica. Questa soddisfazione è attribuita all’attività motoria e all’attenzione dedicata all’alimentazione. Ciò conferma che esiste una consapevolezza crescente tra i giovani riguardo all’importanza di adottare stili di vita sani per migliorare il benessere fisico.
Tuttavia, il 27% del campione dichiara che mantenere il giusto bilanciamento tra alimentazione e salute è spesso difficile, mentre per il 44% è quasi una sfida.

Il cibo per la Gen Z

Secondo l’indagine, la Generazione Z cerca nel cibo qualità e semplicità. Per il 36% dei giovani, gli alimenti dovrebbero essere semplici, senza ingredienti troppo lavorati. Ma c’è di più. Per il 24% dei ragazzi, mangiare è anche un’esperienza “divertente”, che permette di imparare nuove ricette, ingredienti e culture. Il 22% del campione considera il cibo una leva per migliorare la propria salute, mentre il 20% lo utilizza per ricaricare le energie.

La qualità di ciò che si mette in tavola è un aspetto fondamentale per i giovani, con il 38% che preferisce prodotti Made in Italy, il 27% che cerca alimenti sostenibili, il 27% che evita cibi prodotti con antibiotici o ormoni e il 26% che predilige alimenti da allevamenti rispettosi del benessere animale. Questi dati indicano una chiara consapevolezza dei giovani riguardo al proprio ruolo all’interno del sistema alimentare.

Obiettivo sostenibilità

Il 91% degli intervistati è d’accordo sulla necessità di rivedere il modo in cui il cibo viene prodotto e consumato. Questo approccio mira a favorire un sistema alimentare globale più sostenibile, contrastando i modelli che accelerano la deforestazione, il cambiamento climatico e la perdita di biodiversità.

Mangiare fuori casa

L’indagine ha anche esplorato gli alimenti irrinunciabili per i giovani. Spiccano pizza (50%) e pasta (42%), ma anche frutta fresca (42%), carne bianca (39%), riso e cereali (38%). Inoltre, il 66% dei giovani afferma di cenare fuori casa almeno una volta alla settimana in ristoranti italiani, fast food e pub.

Questi pasti rappresentano un’importante occasione di socialità per la Generazione Z: sono momenti privilegiati per incontrare amici (34%), provare nuovi cibi (31%) e trascorrere momenti speciali con il partner (26%).

Cosa pensano i giovani e le giovani della violenza tra pari?

I ragazzi e le ragazze adolescenti in Italia sono concordi: a commettere atti di violenza nel nostro Paese sono i ragazzi maschi, soprattutto se in gruppo, e gli uomini adulti che è possibile incrociare anche fuori da scuola. Quattro giovani italiani su cinque ritengono però che una donna possa sottrarsi a un rapporto sessuale se davvero non lo vuole, ma uno su cinque crede che le ragazze possano contribuire a provocare la violenza sessuale se mostrano un abbigliamento o un comportamento eccessivamente provocante. È quanto emerge dall’indagine ‘I giovani e la violenza tra pari’, condotta da Ipsos per ActionAid con il supporto dell’IBISG, l’Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai. 

Perché si diventa oggetto di violenza?

Tra i principali motivi per cui si diventa oggetto di violenza secondo gli adolescenti italiani al primo posto sono indicate le caratteristiche fisiche (50%), seguite dall’orientamento sessuale (40%) e dall’appartenenza di genere (36%). Il primo danno in seguito alla violenza subita, indicato dal 27% degli intervistati senza distinzione di genere è il malessere psicologico. Al secondo posto, isolamento e depressione (21%), e al terzo disagio e vergogna (18%). Ma non sempre i ragazzi e le ragazze che subiscono una qualche forma di violenza poi la denunciano. Il motivo principale è la vergogna nel raccontare quanto è accaduto al mondo adulto, seguito dalla paura a dirlo, la percezione dell’inutilità della denuncia, e il timore di ulteriori minacce da parte dell’aggressore.

Cosa è violenza?

La maggioranza dei giovani (80%) considera violenza toccare le parti intime di qualcuno senza consenso, ma uno su cinque non riconosce questa violenza.
A seguire, in particolar modo i giovani ragazzi, considerano violenza picchiare qualcuno, comportamento che registra il 79% delle risposte. Al terzo posto, con il 78%, fare foto/video in situazioni intime e diffonderle ad altre persone, soprattutto per le ragazze, con l’84% delle citazioni.

Chi subisce le diverse forme di violenza?

Sono le ragazze, più dei ragazzi, a vivere con maggior frequenza atti di violenza tra pari, in qualsiasi forma essa si manifesti. Infatti, molto più spesso dei coetanei assistono a gossip, prese in giro, insulti, scherzi, esclusione di persone dai gruppi, situazioni in cui le parti intime di una persona vengono toccate senza consenso, diffusione non consensuale di foto e video di situazioni intime. Inoltre, le ragazze rischiano più spesso di ricevere molestie verbali mentre camminano per strada, essere toccate nelle parti intime, essere vittime di scherzi o commenti a sfondo sessuale e della diffusione di foto/video che le ritraggono in situazioni intime. I ragazzi, invece, rischiano principalmente di essere picchiati e le persone transgender/fluide/non binarie di venire insultate.

Remote working d’estate: vantaggioso, ma occhio alla sicurezza

Se i vantaggi del remote working sono indubbi, lavorare da remoto nel periodo estivo rappresenta una sfida complessa per i team IT aziendali. È opportuno infatti garantire standard di sicurezza elevati e inalterati nel corso di tutto l’anno, proteggendo la rete aziendale e i dati sensibili per l’attività di business.
“La pandemia ha portato le aziende ad adottare importanti misure e nuove pratiche per consentire ai dipendenti di continuare a lavorare da remoto e in molti casi tali modalità sono rimaste a disposizione dei lavoratori anche adesso che la crisi è passata – spiega Chester Wisniewski, Field CTO di Sophos -. Se ciò ha implicato e implica tuttora da parte delle aziende una sempre crescente attenzione alla sicurezza informatica, anche gli utenti devono adottare misure che consentano di lavorare da remoto mantenendo inalterati gli standard di sicurezza”.

Prepararsi in anticipo, e imparare a riconoscere le minacce

Gli esperti di sicurezza informatica di Sophos hanno condiviso 5 passaggi da intraprendere per evitare rischi e preoccupazioni durante periodi come le ferie estive.
Prima di tutto, prepararsi in anticipo, verificando che tutti i device in uso siano dotati di software di sicurezza aggiornati, siano conformi alle politiche di conformità e sicurezza aziendali, e che tutte le soluzioni siano protette. La maggior parte degli attacchi informatici inizia da una vulnerabilità nell’anello più debole della catena, ovvero gli utenti. I lavoratori possono quindi essere il punto debole sfruttato dai cybercriminali per accedere alla rete aziendale. Ciò rende necessario che ogni membro del team abbia le conoscenze necessarie a riconoscere un potenziale rischio informatico, e conosca le procedure per segnalarlo tempestivamente al proprio team IT

Controllare le comunicazioni e aggiornare i sistemi

Se arriva una comunicazione inaspettata da un collega o da un’azienda che sembra fuori dall’ordinario, è d’obbligo la prudenza. Non rispondere direttamente, ma fare un controllo aggiuntivo con il presunto mittente utilizzando un altro metodo di comunicazione come telefono o SMS per assicurarsi che la mail sia autentica. E non appena disponibili, vanno sempre effettuati gli aggiornamenti. Questo è più semplice su smartphone e computer, poiché di solito si ricevono apposite notifiche con richieste di aggiornamento, ma non vanno dimenticati device come i router e i dispositivi IoT.

Credenziali sempre al sicuro

Non vanno poi dimenticate le misure di protezione più elementari, che rappresentano la prima barriera all’ingresso. Innanzitutto, vanno impostate password univoche per ogni account, e va utilizzato un gestore di password affinché siano efficaci. Inoltre, va utilizzata l’autenticazione a più fattori, o ‘in due passaggi’, ove disponibile, per fornire una protezione aggiuntiva.
“Oggi la maggior parte dei dispositivi viene utilizzata quando è connessa a Internet, quindi è necessario considerare sempre che ci troviamo in un ambiente potenzialmente ‘ostile’- aggiunge Chester Wisniewski -. L’idea che lo spazio sicuro sia all’interno degli uffici e quello insicuro all’esterno è superata, ma è vero che a volte quando usciamo dal perimetro fisico dell’azienda non portiamo con noi tutti gli strumenti necessari”.

Come proteggersi dagli attacchi di phishing che sfruttano i servizi di Google?

I cybercriminali sono ogni giorno più “fantasiosi”, oltre che pericolosi. Nel tempo, hanno imparato a creare truffe sempre più sofisticate in grado di ingannare gli ignari utenti del web. Secondo quanto riferito dai ricercatori di Kaspersky, oggi sono in costante aumento gli attacchi di phishing che si avvalgono dei servizi di Google. Nel mese di gennaio 2023, gli esperti di sicurezza hanno registrato un incremento del 189% dei tentativi di accesso a siti di phishing che imitano i servizi di Google rispetto al mese precedente. Questi siti sono progettati per attirare gli utenti ingannandoli e convincendoli a fornire le proprie credenziali di accesso. Una volta acquisite, queste credenziali consentono agli attaccanti di accedere ad altri account dell’azienda o dell’utente stesso.

I rischi connessi a YouTube

Secondo Kaspersky, YouTube è uno dei servizi di Google più utilizzati dai truffatori per i loro scopi fraudolenti. Gli attaccanti ottengono l’accesso all’account di un celebre vlogger e iniziano a trasmettere i propri video, convincendo gli utenti a cliccare su link fraudolenti che mettono a rischio i loro dati personali e finanziari.

Cosa fare per mettersi in sicurezza?

Per proteggersi da queste minacce, gli esperti di Kaspersky consigliano di adottare alcune misure di sicurezza. In primo luogo l’utilizzo di password sicure e uniche per ogni account, evitando di usare la stessa password per più account. Gli esperti consigliano di utilizzare una combinazione di lettere maiuscole e minuscole, numeri e simboli per creare una password difficile da individuare. Vale la pena poi prevedere l’impostazione dell’autenticazione a due fattori e l’installazione di una soluzione di sicurezza affidabile. È inoltre importante verificare l’autenticità delle fonti prima di cliccare su link o di inserire informazioni personali.

Non aprite quella mail 

Tra i consigli più importanti, oltre alla sicurezza della propria password, c’è proprio quello di fare attenzione alle e-mail e ai messaggi sospetti. Non bisogna assolutamente cliccare su link o scaricare allegati da mittenti sconosciuti. Allo stesso modo, è sempre una buona norma diffidare dai messaggi che chiedono le credenziali di accesso o informazioni personali.

Dati personali al sicuro

In generale, gli attacchi di phishing continuano a evolversi e a diventare sempre più sofisticati, ma con una maggiore consapevolezza e l’adozione di misure di sicurezza adeguate, gli utenti possono proteggere i propri account e i propri dati personali. 

Cosa rende felici i cittadini di tutto il mondo?

Il 20 marzo è la Giornata Internazionale della Felicità e, in occasione di questa ricorrenza, Ipsos ha condotto un sondaggio su 32 paesi nel mondo per indagare il livello di felicità delle persone a livello globale. I risultati dell’indagine mostrano che, in media, il 73% delle persone intervistate dichiara di essere felice, con i livelli più elevati registrati in Cina, Arabia Saudita e Paesi Bassi, mentre i livelli più bassi sono stati rilevati in Polonia, Corea del Sud e Ungheria. Nonostante l’Italia non rientri tra i paesi più felici del mondo (si colloca infatti in 25a posizione), il 68% degli italiani dichiara comunque di essere felice. In generale, la felicità globale è aumentata rispetto all’anno precedente e questo trend si è verificato soprattutto nei paesi a medio reddito.

I cinque aspetti della vita che danno più felicità

Il sondaggio ha inoltre indagato la soddisfazione delle persone su vari aspetti della vita e ha rilevato che i cinque aspetti che mostrano i livelli più elevati di soddisfazione riguardano i rapporti con i propri figli, il partner o il coniuge, l’accesso alla natura, il livello di istruzione e le relazioni con i parenti e gli amici. Al contrario, i cinque aspetti di cui le persone sono meno soddisfatte sono la situazione sociale e politica del proprio paese, la situazione economica del paese, la propria situazione finanziaria, la vita sentimentale/sessuale e l’esercizio fisico/attività motoria.

La soddisfazione personale incide sulla felicità

Infine, il sondaggio ha rivelato che la felicità è correlata alla soddisfazione delle persone su vari aspetti della vita, tra cui il senso di significato della propria vita, il controllo sulla stessa, la salute mentale e il benessere, la vita sociale e le condizioni di vita. Nonostante la famiglia e gli amici siano tra le fonti di felicità più diffuse, un adulto su cinque non dispone di un sistema di supporto di amici o parenti su cui poter contare in situazioni difficili.

Cosa fa paura

Il pessimismo per il futuro riguarda la difficoltà di trovare o mantenere le relazioni. Circa il doppio delle persone ritiene che diventerà più difficile anziché più facile per i single trovare un partner romantico, per le persone trovare amici intimi e per le coppie sposate mantenere relazioni felici. Questo pessimismo è più pronunciato tra gli intervistati Boomers e Gen X, le donne e gli intervistati non sposati, con un reddito più basso o disoccupati.

L’app economy rallenta: spesa consumatori -2%

Nel 2022 rallenta per la prima volta l’economia globale delle app. Durante l’anno passato la spesa dei consumatori per le applicazioni è scesa a 167 miliardi di dollari, registrando una flessione del 2%, mentre nel 2021 la crescita era stata del 19%. Secondo il report State of Mobile 2023, il rapporto annuale pubblicato da data.ai., allo stesso tempo i download sono aumentati dell’11% su base annua (non però nell’ultimo trimestre dell’anno), trainati in particolare dai mercati emergenti.
“Per la prima volta, i fattori macroeconomici stanno frenando la crescita della spesa mobile”, osserva Theodore Krantz, ceo di data.ai. Inoltre, nel 2022 è scesa anche la spesa per i giochi: -5% (110 miliardi di dollari), mentre la spesa per app non di gioco è aumentata del 6% (58 miliardi), guidata da abbonamenti in streaming, app di appuntamenti e app video di breve durata

Instagram supera TikTok

Secondo un’altra analisi di Sensor Tower, Instagram supera TikTok balzando al primo posto delle app più scaricate. Le altre app di Meta hanno tutte un posto nella top 10 delle più scaricate: Facebook è al terzo, WhatsApp al quinto, Messenger all’ottavo e WhatsApp Business al nono posto. CapCut di ByteDance, un’estensione di TikTok, è in quarta posizione, mentre al sesto posto si piazza Snapchat, al settimo Telegram, e Spotify è decima. Twitter, che da ottobre scorso è di proprietà di Elon Musk è tredicesima, e Netflix quindicesima, riporta Ansa.

L’ascesa dello streaming e della condivisione

Secondo il report State of Mobile 2023 lo spostamento dell’attenzione dei consumatori dai media tradizionali agli smartphone solleva la domanda: quali app sono responsabili? Nel 2022, solo tre categorie di app sulle 20 monitorate hanno catturato il 50% di tutto il tempo trascorso su dispositivi mobili, e comprendevano tutte video e social. Le categorie erano social media/comunicazione (19,5%), intrattenimento/brevi video (17%) e intrattenimento/condivisione video (12,7%). All’interno di questi tre segmenti, le app leader di mercato sono rispettivamente WeChat, TikTok e YouTube.

Una rivoluzione dell’intrattenimento

I video per dispositivi mobili in formato breve si stanno diffondendo in tutto il mondo e stanno cambiando per sempre il panorama culturale. I numeri parlano di una rivoluzione dell’intrattenimento.
TikTok ora è una delle uniche due app non di gioco a superare i 6 miliardi di dollari di spesa dei consumatori, e ha generato più di 3,5 miliardi di download, il doppio di YouTube.
Nel suo successo, TikTok rappresenta un’altra tendenza nello spazio delle app: l’ascesa del super editore. La portata e le dimensioni dell’economia delle app hanno consentito a numerosi studi specializzati di prosperare. Nel 2022, 1419 app e giochi hanno generato oltre 10 milioni di dollari, 224 hanno superato 100 milioni di dollari e 10 hanno incassato 1 miliardo di dollari.