La burocrazia italiana è tra le peggiori dell’eurozona

L’Italia è tra i paesi europei con la burocrazia peggiore, solo la Grecia ci supera. Almeno, questo è il risultato dell’indice europeo sulla qualità dei servizi offerti dalle amministrazioni pubbliche dei 19 Paesi dell’eurozona. Si tratta di un’elaborazione riferita al 2017 realizzata dalla Cgia su dati della Commissione europea, da cui emerge che se la Finlandia, i Paesi Bassi e il Lussemburgo occupano i tre gradini del podio, Slovacchia, Italia e Grecia si collocano nelle parte più bassa della classifica.

Incomunicabilità, mancanza di trasparenza, incertezza giuridica

“Sarebbe comunque sbagliato generalizzare – afferma il coordinatore dell’Ufficio studi della Cgia Paolo Zabeo – non tutta la nostra amministrazione pubblica è di bassa qualità. La sanità al Nord, molti settori delle forze dell’ordine, diversi centri di ricerca e istituti universitari assicurano delle performance che non temono confronti con il resto d’Europa”.

In ogni caso, il livello medio complessivo è preoccupante. “L’incomunicabilità, la mancanza di trasparenza, l’incertezza giuridica e gli adempimenti troppo onerosi hanno generato – prosegue Zabeo – una profonda incrinatura, soprattutto nei rapporti tra le imprese e i pubblici uffici”.

Tempi e costi della burocrazia, una patologia che colpisce gran parte del nostro Paese

“Purtroppo, i tempi e i costi della burocrazia – afferma il segretario della Confederazione Generale Italiana degli Artigiani Cgia Renato Mason – sono diventati una patologia che caratterizza negativamente una larga parte del nostro Paese”. E cha ha provocato l’allontanamento di molti operatori stranieri. “Che purtroppo, non vogliono più investire in Italia, anche per l’eccessiva ridondanza del nostro sistema burocratico”, aggiunge Zabeo.

Secondo l’Ocse la produttività media è più elevata nelle zone con una PA più efficiente

Ad confermare la posizione di coloro che sostengono che per il sistema Paese sia imprescindibile avere una macchina statale che funzioni bene, arrivano poi anche i dati elaborati dall’Ocse. Secondo l’organizzazione internazionale, infatti, la produttività media del lavoro delle imprese italiane è più elevata nelle zone con una più efficiente amministrazione pubblica. E proprio le imprese italiane, realtà prevalentemente di piccola e piccolissima dimensione, sono quelle che avrebbero maggiormente bisogno di un servizio pubblico efficiente ed economicamente vantaggioso. Un sistema in cui le decisioni vengano prese senza ritardi e il destinatario sia in grado di valutare con certezza la durata delle procedure.

Italia al 4° posto per complessità delle procedure amministrative

Altrettanto preoccupanti, riporta Adnkronos, sono i risultati che emergono dalla periodica indagine campionaria condotta dall’Eurobarometro della Commissione europea sulla complessità delle procedure amministrative che incontrano gli imprenditori dei 28 Paesi dell’Unione. In questa graduatoria l’Italia si trova al 4° posto, con l’84% degli intervistati che definisce la cattiva burocrazia come un grosso problema.

Solo la Grecia, la Romania e la Francia presentano una situazione peggiore della nostra, mentre il dato medio dell’Unione europea si attesta al 60%.

Spunta Elowan, la prima pianta cyborg

L’hanno battezzata Elowan ed è la prima pianta cyborg. Elowan è stata progettata dai ricercatori del Media Lab del Massachusetts Institute of Technology (Mit), guidati Harpreet Sareen, ed è una prova di principio per ottenere piante cyborg in grado di produrre energia e spostarsi da sole dove c’è più luce. Ottenuta combinando fusto, foglie e radici di un Anthurium con elementi elettronici, la cyber pianta è stata installata su una piattaforma robotica dotata di ruote, che le permette appunto di potersi muovere per raggiungere la sorgente di luce.

Le rose elettroniche della Svezia

Non è la prima volta che si ottiene una pianta integrata con l’elettronica. In Svezia erano già state ottenute rose elettroniche in grado di condurre elettricità, ma questa volta Elowan “dialoga” direttamente con una macchina, perché è stata integrata con elettrodi che catturano i segnali della pianta e li inviano a una piattaforma robotica sistemata alla base.

Secondo il Mit, Elowan è un tentativo per migliorare le capacità naturali delle piante di rispondere alle esigenze di luce e renderle più autonome. Le piante infatti emettono segnali bioelettrochimici naturali prodotti da cambiamenti di luce, gravità, temperatura, o ferite, conducendoli fra i propri tessuti. I girasoli, ad esempio, sono capaci di girarsi nella direzione del sole.

Elettrodi inseriti nello stelo, nelle radici e nelle foglie

Per ottenere la pianta cyborg, riferisce una notizia Ansa, i ricercatori del Mit hanno inserito alcuni elettrodi nello stelo, nelle radici e nelle foglie di Elowan, che catturano i segnali della pianta e li spediscono alla piattaforma robotica che elabora i segnali e li converte in comandi. Di conseguenza, se la pianta ha bisogno di più luce, la piattaforma, munita di ruote e motore elettrico, si sposta verso la sorgente luminosa. In un esperimento il Mit ha dimostrato che posizionando Elowan tra due lampade che si accendono e si spengono, la pianta si muove verso la luce accesa.

Piante come Elowan in futuro potrebbero essere sistemate negli uffici per garantire che i livelli di temperatura e umidità siano ottimizzati non solo per la pianta, ma anche per i lavoratori che ne condividono lo spazio.

Le piante sono il miglior tipo di “strumento elettronico”

Harpeet Sareen, assistente professore presso la Parsons School of Design, afferma che il progetto è stato realizzato per sperimentare l’integrazione della tecnologia con la natura.

“Generalmente creiamo dispositivi elettronici per svolgere alcune funzioni al posto nostro – spiega Sareen – ma le piante hanno già intrinsecamente tali capacità: possono percepire e possono mostrare, quindi sono già un’interfaccia”.

Inoltre, riporta Webnews, le piante sono organismi auto-alimentati e auto-rigeneranti. In breve, potrebbero essere il miglior tipo di “strumento elettronico” a disposizione.

Tv a rischio privacy

La Tv “su misura” sta registrando un vero e proprio exploit a livello globale, ma si tratta di uno sviluppo non esente da pericoli, almeno per quanto evidenziato da Federprivacy. In base alle osservazioni dell’Associazione dei Professionisti della Privacy, questo strumento presenta possibili “rischi di discriminazione, condizionamento delle opinioni personali, e sulla protezione dei dati personali.”

Un fenomeno che cresce

Cresce infatti il fenomeno della “addressable tv” un tipo di pubblicità mirata che viene visualizzata dai telespettatori in modo personalizzato tenendo conto dell’ubicazione geografica, delle fasce d’età, del sesso, dei singoli gusti ed abitudini di consumo. Le aziende statunitensi hanno investito sulla addressable tv 2,25 miliardi di dollari, solo quest’anno, con un incremento del 79% rispetto allo scorso anno, con la prospettiva di diventare un terzo della pubblicità totale nelle trasmissioni audiovisive entro il 2022.

Allarme privacy e diritti fondamentali

Le tecnologie basate sugli algoritmi e l’analisi dei comportamenti degli utenti utilizzate per la pubblicità su misura in televisione aprono criticità su vari fronti riguardanti i diritti fondamentali dell’individuo, non ultimo il rispetto della privacy. “Con le moderne smart tv, un quarantenne dirigente d’azienda può vedere uno spot che gli propone una costosa berlina full optional, mentre nello stesso momento un suo coetaneo operaio sintonizzato sulla stessa emittente può invece visualizzare una pubblicità su un’utilitaria economica, magari da pagare a rate “ spiega Nicola Bernardi, Presidente di Ferderprivacy, Associazione dei Professionisti della Privacy.

Le “smart” tv

In Europa i televisori HbbTv (Hybrid broadcast broadband TV) che sono abilitati a ricevere questa tipologia di pubblicità sono già 44 milioni, di cui quattro milioni solo in Italia, ma il presidente di Federprivacy solleva non poche perplessità: in base al Regolamento UE 2016/679 sulla protezione dei dati personali, quando l’utente viene profilato per potergli proporre spot pubblicitari su misura in base all’analisi del suo comportamento, dei suoi gusti e delle sue abitudini di consumo, deve esserne infatti informato preventivamente in modo trasparente ed essere in grado di esprimere in modo consapevole il suo consenso, con il diritto di revocarlo in qualsiasi momento.

Le sanzioni

Anche se il fenomeno della “addressable tv” sembra destinato a vedere presto una larga diffusione anche in Europa ed in Italia, è quindi necessario rispettare le regole del GDPR, anche perché le sanzioni per chi non rispetta la privacy degli utenti possono arrivare fino a 20 milioni di euro o fino al 4% del fatturato annuo globale dei trasgressori.

Mutui e 730: i costi che si possono tagliare

Il mutuo può anche diventare un “taglio” quando si compila la dichiarazione dei redditi. Non tutti i contribuenti lo sanno, ma esistono alcune voci connesse al mutuo e alla sua stipula che possono essere detratte dal modulo 730. Innanzitutto, è bene sapere che è previsto uno sgravio Irpef pari al 19% degli interessi passivi sui mutui garantiti da ipoteca per l’acquisto dell’abitazione principale, con un tetto massimo su cui calcolare il bonus di 4.000 euro annui. Quindi la detrazione massima può raggiungere i 760 euro. L’agevolazione si estende anche ai “relativi oneri accessori”: questo significa che è perciò detraibile pure la parcella del notaio per la stipula del contratto di mutuo prima casa. Si tratta di un onorario professionale che costituisce probabilmente la voce più pesante in termini di costo.

Cosa e quanto si può detrarre

Nell’elenco delle voci detraibili ci sono poi le imposte d’atto connesse al mutuo, comprese l’imposta per l’iscrizione o la cancellazione di ipoteca e l’imposta sostitutiva sul capitale prestato. Per un mutuo di medio importo (fascia 120-150 mila euro) questi costi possono oscillare tra i 1.500 e i 2.500 euro, ovviamente destinati a salire all’aumentare della somma erogata. Come precisato dall’Agenzia delle entrate nella circolare n. 7/E del 27 aprile 2018, risultano agevolabili anche eventuali commissioni pagate agli istituti per la loro attività di intermediazione, nonché le spese di istruttoria e di perizia tecnica.

Cosa invece non è detraibile

Esiste poi una serie di costi che, al contrario, non sono detraibili. Tra questi rientrano le spese di assicurazione dell’immobile, quelle notarili riferite alla stipula dell’eventuale preliminare di compravendita dell’immobile e del rogito. Sono indetraibili anche le imposte pagate dall’acquirente dell’abitazione (registro se si tratta di bene già esistente, Iva se si tratta di immobile nuovo), le imposte d’atto connesse al trasferimento degli immobili, vale a dire i tributi ipotecari e catastali.

Fondamentale informarsi per non commettere errori

E’ molto importante per chi sottoscrive un mutuo capire quali siano le voci di spesa che possono rientrare nel beneficio fiscale. A stilare un breve vademecum sono i portali mutui.it e facile.it. che mettono in guardia da eventuali “inghippi” burocratici. Facciamo un esempio pratico: in molti casi il tetto dei 4.000 euro potrebbe impedire il recupero pieno del 19% degli interessi e dei rispettivi oneri che vanno inseriti nella dichiarazione dei redditi dell’anno in cui sono stati sostenuti, tipicamente il primo, e non possono essere “spalmati” nel tempo.

Rifiuti elettronici, ecco le nuove regole per riciclarli

I Raee, Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche, vedi lampade a Led, tubi al neon, frigo e altri elettrodomestici, devono essere raccolti e smaltiti secondo regole ben precise. A questi si aggiungono alcuni nuovi prodotti: cavi, fusibili, multiprese, bici elettriche e chiavette Usb, che dal 15 agosto di quest’anno sono soggetti a riciclo a seguito dell’introduzione dell’Open Scope, il cosiddetto campo aperto di applicazione secondo la normativa comunitaria. Si tratta di rifiuti che se smaltiti correttamente permettono di recuperare e reimpiegare almeno il 90% dei materiali di cui sono composti. Ma non sempre è facile districarsi in questo ambito e tutti noi, circondati da oggetti e “pezzi” hi-tech, non sappiamo dove buttarli al termine della loro vita. Ora arrivano indicazioni precise.

Come eliminare i Raee

Prima di tutto, questi oggetti bisogna tenerli da parte e non confonderli con altri rifiuti domestici. Una volta raccolti, si possono portare nelle isole ecologiche comunali, dove si trovano speciali contenitori che permettono di avviare i rifiuti a corretto riciclo. Ma i Raee possono essere anche consegnati in tutti i negozi che vendono articoli elettrici ed elettronici, quindi non solo i punti vendita specializzati ma anche, ad esempio, i supermercati, con due modalità: acquistando un nuovo prodotto equivalente per ogni rifiuto consegnato, oppure portando il rifiuto nei grandi punti vendita della distribuzione senza alcun obbligo di acquisto. Questa seconda modalità vale, però, solo per i Raee di lunghezza inferiore ai 25 cm, come ad esempio lampadine, rasoi elettrici e telefonini.

Vantaggi di un corretto smaltimento

Una volta gettati, i consorzi come Ecolamp si occupano di gestire il trasporto dei Raee con appositi mezzi dai centri di raccolta agli impianti di trattamento. Qui, speciali macchinari permettono di ricavare e separare i diversi materiali di cui questi rifiuti sono composti, trasformandoli in risorse. Dal corretto trattamento dei rifiuti elettrici ed elettronici, si possono recuperare materie prime da utilizzare in nuove produzioni, come metallo, plastica, vetro, schede elettroniche o motori. Un dato importante: nel 2017 sono stati raccolti in totale 296mila tonnellate di Raee, che equivalgono a circa 5 kg per abitante.

Le cose da non fare

Le regole generali sono tutto sommato poche: non gettare i rifiuti elettrici ed elettronici nel sacco nero insieme ai rifiuti indifferenziati; non mescolarli con altri rifiuti, come la plastica o il vetro; non dimenticarli in cantina. È molto importante portarli nei centri di raccolta perché significa contribuire a rimettere in circolo materiali che potrebbero essere riutilizzati e riciclati.

Il burnout arriva in ufficio: cosa è la sindrome da “iperconnesisone”

Occhio al “burnout”, la sindrome di esaurimento emotivo, che può coinvolgere pesantemente i manager. La causa di questa “epidemia” potrebbe anche risedere nel crescente impatto che le tecnologie più avanzate hanno sugli attuali  ecosistemi lavorativi. E, come riporta l’Hays Journal, i manager aziendali devono prestare particolare attenzione al corretto equilibrio tra vita lavorativa e sfera privata dei propri collaboratori per evitare il burnout.

Tecnologia e iperconnessione

La tecnologia sempre più predominante nella vita lavorativa ha portato tantissimi benefici, ma anche, ad esempio, l’annullamento di orari prefissati: morale, siamo tutti sempre collegati. Ma la cultura del perennemente connesso e sempre raggiungibile ha sviluppato in alcuni professionisti una costante sensazione di stress. “Le aziende hanno approfittato degli ultimi ritrovati tecnologici, offrendo ai propri dipendenti modalità di lavoro più smart e flessibili – ha spiegato all’agenzia AdnKronos Carlos Manuel Soave, Managing Director di Hays Italia – e i professionisti hanno accolto questa nuova opportunità con grande slancio ed entusiasmo. C’è però – avverte – un rovescio della medaglia: con device sempre online e una reperibilità spalmata sull’arco dell’intera giornata, è cresciuto notevolmente il volume di chi soffre o ha sofferto di vere e proprie crisi burnout: una parola di origine anglosassone sinonimo di esaurimento o crollo che indica chiaramente una condizione di eccessivo stress”.

Il 42% dei professionisti vittima di stress

Una ricerca di Willis Towers Watson evidenzia che il 42% dei professionisti dichiara di aver sofferto di un forte stress o di problemi di salute mentale. Di questi,  1 su 3 ritiene che il proprio lavoro abbia un impatto negativo sull’equilibrio mentale. Questo, però, rimane un argomento tabù:  il 41% non ne parla in ufficio per la paura di compromettere la propria carriera, mentre un 38% ritene che colleghi e superiori non capirebbero la situazione.

I sintomi del burnout

Come una vera e propria patologia, il burnout ha dei sintomi, elencati dall’Hays Journal. Sono: eccesso di cinismo al lavoro; scarsa energia e insufficiente produttività; mancanza di soddisfazione una volta raggiungenti gli obiettivi prefissati; svogliatezza; cambiamento nelle abitudini del sonno o nell’appetito; mal di testa, mal di schiena o altri dolori fisici.

Come contrastarlo

La buona notizia è che non mancano strategie e suggerimenti per contrastare gli effetti del burnout. Secondo gli autori della ricerca, i manager stressati doovrebbero seguire alcune indicazioni quali, ad esempio, privilegiare la qualità rispetto alla quantità (anche per i collaboratori), valutare gli straordinari (e se fossero eccessivi assumere nuove figure nel team), concedersi il meritato riposo.

Valorizzare ogni tipo di ambiente grazie ai faretti da incasso

I faretti da incasso sono un’ottima soluzione per creare dei giochi di luce sulle pareti di una casa così come sul prospetto esterno. Il fascio di luce (anche inclinata se lo si desidera) che essi creano infatti, è in grado di cambiare letteralmente volto ad ogni tipo di ambiente rendendolo subito più elegante e piacevole da guardare, ma anche in grado di valorizzare elementi di arredo o angoli particolarmente suggestivi. La loro particolarità è quella di riuscire ad arricchire ogni ambiente da noi prescelto senza che i faretti siano in realtà visibili: essi infatti, sono ad esempio particolarmente adatti per essere inseriti nei controsoffitti e possono essere tranquillamente verniciati a piacimento, magari dello stesso colore del nostro controsoffitto, così da mimetizzarsi perfettamente e diventare praticamente invisibili. Ne esistono di diversi formati e capacità di luce, e navigando sul web puoi farti un’idea molto precisa e visionare in anteprima tantissimi modelli tra i quali poter scegliere.

Scoprirai che esistono faretti da incasso di forma rotonda e quadrata ad esempio, perfetti per i tuoi progetti ed estremamente semplici da installare grazie alle pratiche viti di fissaggio che rendono molto più pratica e veloce questa operazione. Si tratta di una soluzione davvero geniale per conferire maggiore eleganza e vivacità ad una parete che altrimenti sarebbe tristemente “spoglia” e per nulla valorizzata, ed oggi è particolarmente apprezzata proprio perché si è sempre più attenti nel ricercare e adottare tutte quelle soluzioni in grado di conferire maggior valore agli ambienti in cui viviamo. Sia che tu voglia valorizzare una parete interna o esterna tramite il fascio di luce prodotto dai faretti, sia che tu abbia deciso di installarli all’interno di un controsoffitto, i faretti da incasso rappresentano la soluzione ideale per consentirti di aggiungere quel tocco di personalizzazione in più agli ambienti in cui vivi.

Pubblica Amministrazione, in 5 anni migliorati i servizi ai cittadini e alle imprese

Sebbene restino le “solite” differenze tra le varie zone geografiche d’Italia, la qualità dei servizi della Pubblica Amministrazione negli ultimi cinque anni è generalmente migliorata. Lo segnala la ‘Relazione annuale sulla qualità dei servizi offerti dalle Pa centrali e locali a imprese e cittadini’ del Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro (Cnel) e relativa all’anno 2017. Si tratta di un report che, dal 2010, esamina le performance delle politiche pubbliche nei servizi ai cittadini e alle imprese.

Report alla sesta edizione

Prevista dall’articolo 9 della legge numero 15 del 2009, la Relazione annuale sulla qualità dei servizi pubblici è giunta alla sesta edizione. Come riporta Adnkronos, è approvata dalla Commissione istruttoria unica, dall’ufficio di presidenza e dall’assemblea del Consiglio nazionale. L’analisi prende in considerazione i principali report di valutazione delle politiche pubbliche dell’Ocse, della Banca mondiale e, per ciò che riguarda l’Italia, della Banca d’Italia e dell’Istat. La sesta Relazione è stata impostata dal Consiglio in un’ottica di collaborazione interistituzionale con oltre 30 enti, organi e amministrazioni, coinvolgendoli in un esercizio pluriennale di monitoraggio sui parametri di efficienza, efficacia, economicità e misurazione del risultato.

Le performance della Pa italiana

“Negli ultimi anni la Pa italiana si è mossa in un contesto in cui, inevitabilmente, hanno continuato a prevalere le ragioni del risanamento finanziario (riduzione del disavanzo pubblico, stabilizzazione e poi calo del debito pubblico, entrambi gli aggregati standardizzati rispetto al Pil). La dimensione dell’intervento pubblico, in termini sia di valori di spesa primaria sia di occupati, è andata riducendosi in modo visibile. Una maggiore attenzione all’efficienza dei processi amministrativi in un’ottica di ‘spending review’ può attenuare, ma non eliminare la tendenza alla riduzione dei servizi” riporta la nota. Che aggiunge ancora: “L’introduzione di una disciplina più cogente dei sistemi di misurazione e di valutazione della performance organizzativa e individuale, collegati strettamente ai risultati raggiunti e accompagnati da misure sanzionatorie più rigide, ha obbligato le Pa centrali e locali a ripensarsi e ripensare il rapporto con gli stakeholder”.

Obiettivo trasparenza

Un aspetto particolarmente importante nel rapporto tra Pa, cittadini e imprese è rivestito dalla trasparenza, con particolare riferimento alle azioni di prevenzione e contrasto della corruzione e della cattiva amministrazione. “La costruzione e l’aggiornamento costante della sezione ‘Amministrazione trasparente’ sui siti della Pa si presentano particolarmente impegnative per le amministrazioni, con risultati ancora insoddisfacenti al fine di raggiungere gli obiettivi previsti dalla norma in una logica di apertura e di innovazione e non possono pertanto restare confinate nella diffusa prassi del mero adempimento” conclude la nota.

Gli adolescenti abbandonano Facebook e migrano su YouTube

Facebook perde terreno fra gli adolescenti, e oggi ne raggiunge “solo” il 51%. La vetta dei social più amati è conquistata a sorpresa da YouTube, la piattaforma di musica in streaming, che domina i social preferiti dai giovanissimi con il suo 82% di mercato under-17.

Ma perché i più giovani riscoprono YouTube? Forse perché la piattaforma targata Google offre possibilità di utilizzo più trasversali rispetto al social di Zuckerberg, preferito di gran lunga dalle fasce di età ben più mature. Ed è diventata il punto di riferimento sul web nella ricerca di un film o per l’ascolto di musica. Ma soprattutto per la condivisione di video.

Instagram sale sul secondo gradino del podio fra i teenager

Da gregario di Facebook, però, che ne è anche proprietario, anche Instagram ha da tempo fatto uno scatto avanti, diventando uno dei social network più utilizzati dai teenager. Secondo una ricerca del Pew Research Center, la piattaforma specializzata nella condivisione di foto è utilizzata dal 72% dei giovani nella fascia compresa tra i 13 e i 17 anni. E per catturare un numero più alto di giovanissimi nel futuro di Instagram potrebbero comparire anche video della lunghezza di un’ora.

Instagram allungherà fino a un’ora i video per i suoi utenti?

A rivelare lo “scoop” è il Wall Street Journal, al quale una fonte anonima avrebbe riferito che il social network ha intenzione di implementare la possibilità di offrire contenuti ben più lunghi del canonico minuto, ampliando così l’esperienza utente sulla piattaforma, riferisce una notizia Agi.

Potrebbe quindi essere proprio in questi dati, ovvero nel fatto che anche Instagram sia stata superata da YouTube nel gradimento dei giovanissimi, la ragione per la quale la piattaforma  avrebbe deciso di allungare considerevolmente i video per i suoi utenti, sempre alla ricerca di nuovi linguaggi espressivi. In questo modo infatti la piattaforma offrirebbe ulteriori e innumerevoli possibilità di trovare nuovi linguaggi comunicativi, o semplicemente per riesumare i vecchi, come ad esempio quello dei vlogger.

Snapchat resta indietro, ma è il più frequentato su base quotidiana

Nella classifica rimane indietro Snapchat, da cui Instagram ha preso in prestito diverse funzioni, e di cui è sempre stata il competitor principale. Oggi Snapchat è utilizzata dal 69% dei giovani negli Stati Uniti, quindi segnerebbe solo tre punti in meno di Instagram.

Ma secondo quanto riportato da The Verge, il sito di informazione tecnologica, sono 300 milioni gli utenti che ogni giorno guardano le stories di Instagram. Più degli utenti attivi totali di Snapchat.

Giacche in pelle Freaky Nation

Chi ama vestire bene ed in maniera originale e creativa conosce tutta la qualità e la cura dei particolari che Freaky Nation propone in tutti i suoi capi. Questo marchio giovane ed intraprendente è infatti riuscito a conquistare le preferenze di tantissimi consumatori in pochissimo tempo, considerando che è presente sul mercato da poco più di 10 anni, e sono in tanti a guardare con attenzione le sue creazioni nel corso dell’anno. Revolution Concept Store è un negozio online che offre ai suoi clienti la possibilità di scegliere tra bellissime giacche in pelle Freaky Nation, tutte dallo stile inconfondibile ed in grado di catturare l’attenzione di chi le osserva. Proprio l’eccentricità è uno dei marchi di fabbrica delle collezioni di questo importante brand, facente parte del famoso gruppo Manipol, e l’unicità delle sue creazioni consente di vestire sempre in linea con le tendenze del momento mostrando lati del proprio carattere attraverso l’abbigliamento, nonché valorizzando l’aspetto di chi indossa uno dei suoi capi.

L’esperienza di acquisto su Revolution Concept Store è davvero semplice, oltre che divertente: individuato il prodotto che incontra perfettamente i propri gusti (avendo anche l’opportunità di sfogliare la comoda galleria di immagini a disposizione) è sufficiente un clic per selezionare la taglia desiderata ed aggiungere il prodotto al carrello. Fatto questo sarà possibile procedere al pagamento secondo la modalità preferita e attendere soltanto qualche giorno lavorativo prima di poter ricevere la merce. Sfruttando inoltre l’ottimo coupon sconto, ed inserendolo nell’apposito box presente sul carrello al momento dell’acquisto, è possibile usufruire di un interessante sconto sui prossimi acquisti che può essere del 10%, del 20% o anche del 30%. Scopri adesso dunque le proposte Freaky Nation su Revolution Concept Store, ed individua quei capi che più degli altri ti consentiranno di vestire mostrando a tutti il tuo modo di essere e di affrontare la vita.