Mese: Febbraio 2024

Lombardia, buone notizie sullo stato delle foreste: nel 2022 aumentano i boschi

Nel decennio 2009-2018 la superficie boscata nella regione Lombardia è aumentata complessivamente del 2,7%, mentre la realizzazione di nuovi boschi ha coperto una superficie di 176 ettari ogni anno.
Nel 2022 la superficie forestale in Lombardia è di 619.726 ettari e ricopre il 26% del territorio regionale. Un patrimonio in grado di assorbire ogni anno 3 tonnellate e mezzo di anidride carbonica, la principale responsabile del surriscaldamento globale.

È quanto emerge dall’ultimo rapporto ERSAF dello Stato delle foreste lombarde nel 2022. L’andamento della superficie bosco è in continua espansione, ma con una presenza sbilanciata tra pianura, collina e montagna, e forti disparità di copertura tra superfici provinciali.

La provincia di Brescia vanta la superfice boscata maggiore

Più nel dettaglio, la provincia con la maggiore superficie boscata è Brescia, con 171.469 ettari, mentre Como e Lecco sono quelle con il tasso di boscosità più alto.
Nelle foreste lombarde sono presenti ben 17 specie, a dimostrazione della grande biodiversità del territorio, e gli alberi più rappresentati sono castagni (11,3%), abeti rossi (11,1%), carpini neri (10,8%) e faggi (10,4%).

I Piani di Indirizzo Forestale (PIF) gestiscono il 73% della superficie boscata regionale, che corrisponde a 455 mila ettari. Nel 2020 sono stati approvati tre nuovi PIF, mentre sei sono i nuovi Piani di assestamento forestale (PAF) che hanno portato il totale dei PAF a 88.
Per il triennio 2021-2023 Regione Lombardia ha messo a disposizione delle Comunità Montane uno stanziamento complessivo di 13 milioni e mezzo di euro (4 milioni e mezzo di euro l’anno) a sostegno del sistema agricolo e forestale.

Anche il bosco può cambiare “destinazione d’uso”

Nel 2022 sono stati collaudati 88,62 ettari di nuovi boschi, il dato più alto dal 2015. Sempre nel 2022 gli Enti forestali hanno autorizzato 610 richieste di trasformazione del bosco per 108,97 ettari, mentre per quanto riguarda le nuove destinazioni d’uso del bosco, quella prevalente è l’utilizzo a fini agricoli, che rappresenta il 21,3% (16,17 ettari) della superficie complessivamente richiesta.

La normativa nazionale e regionale stabilisce che chi viene autorizzato a ‘trasformare’ un bosco per cambiarne la destinazione d’uso, deve realizzare interventi compensativi attraverso la creazione di nuovi boschi o il miglioramento di quelli esistenti. 

Nel 2022 più incendi, ma la superficie colpita è la minore del decennio

A fronte di questi numeri, gli incendi registrati nel 2022 sono stati in numero decisamente superiore alla media regionale dell’ultimo decennio, complice l’andamento meteorologico particolarmente siccitoso.

La superficie media per evento, pari a 3,5 ha/incendio, è però decisamente al di sotto di quella del decennio. Quanto all’emergenza legata all’infestazione epidemica da bostrico, che colpisce l’abete rosso, prosegue nel 2022 e purtroppo risulta intensificata. Nelle valli con elevazione orografica inferiore, come la Valsabbia e la Valtrompia, la permanenza dell’abete rosso in purezza è da considerare ormai compromessa.

Lavoro: il 2024 si apre all’insegna del cambiamento per il 61% degli italiani

Nell’anno in corso circa 6 italiani su 10 (61%) stanno valutando nuove sfide professionali. La principale motivazione? Sicuramente, la possibilità di un aumento di retribuzione (34%), seguita dalla ricerca di una migliore work-life balance, importante per il 23% dei professionisti nel nostro Paese.

È quanto emerge da un’indagine condotta su scala internazionale da Linkedin. In Italia, sono le donne a farsi da protagoniste della tendenza a esplorare nuove opportunità professionali, con il 66% delle intervistate (56% uomini) che dichiara di valutare o cercando attivamente una nuova posizione.
Ma più della metà (51%) dichiara di trovare frustrante l’attività di ricerca di un nuovo lavoro. Tra le donne, il senso di disagio è più alto (56%) rispetto agli uomini (46%).

Per i Millennials il reskilling è fondamentale

In questo scenario, la competizione tra professionisti si fa sempre più alta e la capacità di valutare correttamente e ampliare le proprie skill diventa fondamentale. Il 35% delle intervistate però non sa come allineare le proprie competenze con quelle richieste per accedere a nuove opportunità professionali, contro il 47% che si sente sicura.

In generale, lavoratori e lavoratrici in Italia sembrano consapevoli dell’importanza delle competenze. Il 74% degli italiani, infatti, considera il re-skilling necessario, percentuale che sale all’80% tra i Millennials.
Le skill ritenute più importanti sono capacità di problem solving (31%), abilità nel comunicare (30%) e conoscenza di una o più lingue straniere (23%).

Si diffonde un certo spirito di imprenditorialità

Se il 55% dichiara di volersi nuovamente concentrare sul proprio percorso di crescita professionale, il dato sale al 58% tra i Millennials, al 56% tra GenZ e GenX per poi abbassarsi al 48% tra i Boomers.
L’attenzione è alta anche per quanto riguarda i metodi di ricerca: il 43% (48% Millennials) ha cambiato strategia per stare al passo con i cambiamenti nel mondo del lavoro. Tuttavia, il 43% dei professionisti afferma di ottenere raramente un feedback da parte delle aziende.

Sembra poi essere diffuso un certo spirito di imprenditorialità: il 56% sta valutando la possibilità di mettersi in proprio, rimanendo nel proprio settore (19%), cambiando campo (15%), o trasformando la propria passione in un lavoro vero e proprio (22%).

Come trattenere i talenti?

Il 62% degli hiring manager ritiene che nel 2024 i datori di lavoro avranno maggiore capacità di negoziare con i candidati. Tuttavia, il 39% dei responsabili delle assunzioni prevede un aumento del tasso di turnover e il 55% sottolinea la difficoltà di trovare candidati qualificati.

Il 31% degli intervistati ritiene, infatti, che fornire programmi interni di apprendimento e sviluppo (L&D) centrati, ad esempio, sull’AI generativa sia fondamentale per trattenere i talenti più qualificati.
Più nel dettaglio, riporta Adnkronos, secondo il 71% degli intervistati i dipendenti della GenZ hanno bisogno di ulteriore supporto per sviluppare le soft skills (come comunicazione, collaborazione, negoziazione), nonostante per il 76%8 degli hiring manager siano i più aperti all’adozione di nuove tecnologie, come l’AI.

Meglio lasciare il condizionatore acceso o spento quando non si è in casa?

Quando l’estate arriva, con essa iniziamo ad avvertire la necessità di rinfrescare la temperatura all’interno delle mura di casa.

Da questo punto di vista il climatizzatore è un dispositivo ormai indispensabile per tante persone, al punto tale da essere utilizzato anche giorno e notte nelle giornate più afose.

A tal proposito, grazie anche alla possibilità di controllo da remoto, tante persone hanno preso l’abiutidine di lasciare accesa l’aria condizionata anche quando non sono in casa, mentre altre sono tentate dal fare altrettanto.

Ecco perché è importante capire quando è meglio lasciare il climatizzatore acceso e quando è meglio spegnerlo, e di seguito offriremo alcuni consigli utili per aiutare nella scelta.

Condizionatore acceso o spento in tua assenza? I fattori da considerare

Ecco alcuni fattori da considerare quando devi decidere se lasciare il condizionatore acceso o spento quando non sei in casa:

  • La durata dell’assenza: Se sarai fuori casa per qualche ora, è meglio spegnere il condizionatore. In questo modo, risparmierai energia e denaro.
  • La temperatura esterna: Se fuori fa molto caldo, sarà possibile valutare l’idea di lasciare il condizionatore acceso per evitare che la casa diventi troppo calda.
  • La presenza di animali domestici o piante: Se hai animali domestici o piante in casa, è meglio lasciare il condizionatore acceso ad una temperatura moderata. In questo modo, eviterai che gli animali si sentano male e che le piante si secchino.

I vantaggi dello spegnere il condizionatore

Spegnere il condizionatore quando non sei in casa ti permette sicuramente di risparmiare energia e dunque denaro. In particolare, secondo uno studio dell’Università del Colorado, spegnendo il condizionatore per almeno otto ore consecutive si può arrivare a risparmiare fino all’11% in un anno.

Inoltre, spegnere il condizionatore quando non si è in casa aiuta a proteggere l’ambiente, aspetto questo da non sottovalutare. Infatti, l’utilizzo del condizionatore produce emissioni di gas serra che contribuiscono al riscaldamento globale, e tenendolo spento possiamo limitare questo fenomeno.

Certamente, bisogna valutare la temperatura esterna prima di prendere questa decisione. Se ad esempio fuori ci sono 40 gradi o più, lasciare il condizionatore acceso durante una nostra breve assenza potrebbe essere raccomandabile.

I vantaggi di lasciare il condizionatore acceso

Lasciare il condizionatore acceso quando non sei in casa può avere alcuni vantaggi, facilmente intuibili:

  • Evitare che la casa si riscaldi troppo: Se fuori fa molto caldo, lasciare il condizionatore acceso a una temperatura moderata può aiutare ad evitare che la casa si riscaldi troppo e che questo calore venga poi rilasciato pian piano quando sei in casa.
  • Mantenere l’umidità sotto controllo: Il condizionatore aiuta anche a mantenere l’umidità in casa sotto controllo, il che è importante dato che l’umidità eccessiva può causare problemi di salute. Una buona idea è dunque quella di sfruttare la funzione “deumidificatore” quando non sei in casa.

La modalità “Eco”

La modalità “Eco” è una funzione presente su molti condizionatori, soprattutto quelli più moderni, che permette di risparmiare energia. Con questa modalità, il condizionatore funziona a una temperatura leggermente più alta e a una velocità del ventilatore più bassa.

Se hai la possibilità di utilizzare la modalità “Eco”, questa potrebbe essere un buon compromesso tra risparmio energetico e comfort.

Il termostato intelligente

Un termostato intelligente può aiutarti a risparmiare energia e denaro anche quando non sei in casa. Questo tipo di termostato ti permette infatti di programmare l’accensione e lo spegnimento del condizionatore in base alle tue esigenze, o alle temperature rilevate tra le mura domestiche.

Ad esempio, puoi impostare il termostato in modo che si si accenda quando stai per tornare, oppure che entri automaticamente in funzione quando la temperatura o il livello di umidità superano un certo limite.

Se hai un sistema di climatizzazione canalizzata, grazie ad un termostato intelligente al tuo rientro non troverai fresca soltanto una stanza ma l’intero appartamento.

In breve

La decisione di lasciare il condizionatore acceso o spento quando non sei in casa dipende da diversi fattori, tra tutti la durata della tua assenza e la temperatura esterna.

Ad ogni modo, rientrare in casa e trovare una temperatura fresca è un qualcosa di davvero piacevole, per questo tante persone fanno già così.

Certamente, sfruttare la funzione deumidificatore o quella “Eco” quando non si è in casa potrebbe essere un buon compromesso tra consumi e comfort percepito.