Mese: Luglio 2023

Vacanze 2023: gli italiani tornano a viaggiare all’estero

Come saranno le vacanze estive 2023 degli italiani? Il monitoraggio Ipsos Future4Tourism, giunto al suo sesto anno, mostra come la maggioranza degli italiani continui a prediligere il Bel Paese e le mete balneari, ma registra anche una ripresa delle mete europee ed extra-europee e un aumento delle visite di borghi e città d’arte. In merito alla tipologia di vacanze, più di un intervistato su due dichiara di affiancare alle vacanze brevi anche vacanze più lunghe. Gli italiani si affacciano poi anche all’utilizzo delle nuove tecnologie e del Metaverso, sia per la ricerca di informazioni e per agevolare l’organizzazione del viaggio, sia per cercare ispirazione rispetto le attività da fare e per superare le barriere linguistiche.

Si ricomincia a sognare

Il desiderio di poter viaggiare verso mete lontane si affaccia nuovamente dopo il freno degli ultimi anni. Per le vacanze estive 2023 la maggioranza dei viaggiatori (67%) resterà in Italia, in lieve calo rispetto all’estate 2022, a conferma appunto di una ripresa delle mete europee ed extra-Europee.
Il ritorno all’ultima estate pre-pandemia è testimoniato anche dalle scelte del luogo di vacanza: diminuisce la dstinazione mare, pur rimanendo la scelta di oltre metà dei viaggiatori estivi, e aumentano le visite di borghi e città d’arte, soprattutto per effetto dei viaggi in Europa ed Extra-Europa. Inoltre, si registra una buona tenuta delle mete montane e collinari-lacustri, che nelle estati caratterizzate dal Covid avevano vissuto un vero e proprio boom.

Durata e programmazione non cambiano

Più di un intervistato su due dichiara di affiancare alle vacanze brevi (long-weekend) anche vacanze della durata più lunga (fino a 13 notti).
Tuttavia, a causa degli aumenti dei prezzi, carrello della spesa e bollette delle utenze sottraggono liquidità dal portafoglio dei viaggiatori. Non si prevede, dunque, una rinuncia alle vacanze estive, ma una riallocazione del budget indirizzato prevalentemente a una riduzione della durata e alla rinuncia di gite ed escursioni in loco.
Accanto ai siti della destinazione o ai forum di viaggio come principali fonti di ispirazione per la programmazione delle vacanze, iniziano a farsi strada anche i portali di prenotazione online, che spesso mostrano offerte del momento. Invece, non si registrano variazioni rispetto l’importanza data ad amici e conoscenti come peer review di luoghi di villeggiatura già visitati.

Il ruolo del Metaverso 

Il Metaverso appare come uno strumento con grandi potenzialità sia per trovare informazioni e agevolare l’organizzazione del viaggio prima della partenza, sia in loco. Il Metaverso consente infatti un’immersione virtuale nelle strutture alberghiere (30%) e nei luoghi (22%), ma anche per cercare ispirazione rispetto le attività da fare (21%) e superare le barriere linguistiche (19%).
Il tema della sostenibilità, poi, entra a pieno titolo nel mondo del turismo, influenzando le scelte dei viaggiatori che mostrano sensibilità e attenzione al tema. Tanto da adottare comportamenti di scelta indirizzati a strutture dalla propensione alla salvaguardia ambientale per evitare sprechi di acqua ed energia (33%).

Università italiane, quali sono le migliori?

Il Censis ha pubblicato la nuova Classifica delle Università italiane, che analizza il sistema universitario valutando gli atenei in base a strutture disponibili, servizi erogati, borse di studio, livello di internazionalizzazione, comunicazione, servizi digitali e occupabilità. La classifica include anche il ranking dei raggruppamenti di classi di laurea triennali, dei corsi a ciclo unico e delle lauree magistrali biennali, valutando la progressione di carriera degli studenti e i rapporti internazionali. In totale, sono state valutate 70 graduatorie, considerando 948 variabili, con l’obiettivo di aiutare i giovani e le loro famiglie a fare scelte consapevoli sul percorso di formazione universitaria.

Salgono le immatricolazioni

Le immatricolazioni registrano un aumento del 2,2% rispetto all’anno precedente, con 7.152 nuovi iscritti in più. Tuttavia, non tutti gli atenei hanno beneficiato dello stesso incremento. Le università del Centro Italia segnano un aumento del 9,3%, seguite dalle regioni del Nord-Ovest (+1,6%). Il Nord-Est registra una diminuzione del 2,0%, mentre il Sud rimane stabile (-0,2%). Tra le diverse aree di studio, ad eccezione dell’area artistica, letteraria ed educativa che registra una diminuzione dello 0,1%, tutte le altre aree evidenziano un aumento delle immatricolazioni: +4,5% per l’area economica, giuridica e sociale, +2,2% per l’area sanitaria e agro-veterinaria, +1,1% per le discipline Stem.

Ma aumentano anche gli abbandoni

Tuttavia, si nota anche un aumento dei tassi di abbandono degli studi. Nel 2021-2022, il 7,3% degli immatricolati ha abbandonato gli studi entro il primo anno, rispetto al 7,1% dell’anno precedente e al 6,1% dell’anno accademico 2019-2020. Questa decisione ha coinvolto in modo quasi equivalente sia gli studenti maschi (7,4%) che quelli femmine (7,2%).

Tra i mega atenei al top c’è Bologna

Tra i mega atenei statali (con oltre 40.000 iscritti), le prime tre posizioni sono occupate rispettivamente dall’Università di Bologna (89,7 punti), dall’Università di Padova (87,5) e dalla Sapienza di Roma (85,7). Seguono l’Università di Pisa (84,0) e l’Università Statale di Milano (83,7). L’Università di Firenze retrocede al sesto posto (83,3), mentre l’Università di Palermo si conferma al settimo posto (83,0). L’Università di Torino perde una posizione (80,7), mentre l’Università di Bari (76,7) e l’Università di Napoli Federico II (76,2) chiudono la classifica.

Tra i grandi “vince” Pavia

Tra i grandi atenei statali (da 20.000 a 40.000 iscritti), l’Università di Pavia si posiziona al primo posto (91,2 punti), seguita dall’Università di Perugia (90,5). L’Università della Calabria e l’Università di Venezia Ca’ Foscari mantengono rispettivamente la terza e la quarta posizione (90,2 e 89,0). L’Università di Parma guadagna due posizioni e si colloca al quinto posto (87,2), mentre l’Università di Salerno recupera cinque posizioni (87,0). L’Università di Cagliari (86,8) e l’Università di Milano Bicocca (85,7) seguono, mentre l’Università di Modena e Reggio Emilia (85,2) e l’Università di Roma Tor Vergata (85,0) si mantengono stabili in nona e decima posizione. 

Trento al primo posto tra i medi

Tra i medi atenei statali (da 10.000 a 20.000 iscritti), l’Università di Trento si posiziona al primo posto (96,2 punti), seguita dall’Università di Udine (93,7) e dall’Università di Siena (93,0). L’Università di Sassari (92,3) si colloca al quarto posto, seguita dall’Università Politecnica delle Marche (91,8) e dall’Università di Trieste (91,3). L’Università di Brescia (87,5) e l’Università del Salento (87,2) seguono, mentre l’Università di Bergamo (84,3) e l’Università del Piemonte Orientale (84,2) si posizionano rispettivamente al nono e al decimo posto. L’Università dell’Insubria (83,2) e l’Università di Napoli Parthenope (83,2) sono all’undicesimo posto. L’Università di Urbino (82,3) e l’Università di Foggia (81,8) perdono rispettivamente tre e due posizioni, mentre l’Università dell’Aquila (79,0) chiude la classifica.

Camerino al vertice tra i “piccoli”

Tra i piccoli atenei statali (fino a 10.000 iscritti), l’Università di Camerino si posiziona al primo posto (101,7 punti), seguita dall’Università della Tuscia (86,0) e dall’Università di Macerata (85,7). L’Università di Cassino (84,3), l’Università del Sannio (84,0) e l’Università Mediterranea di Reggio Calabria (83,5) seguono. L’Università di Teramo (80,0), l’Università della Basilicata.