Mese: Maggio 2022

Chiamate degli operatori di telemarketing, il Garante al lavoro per un codice di condotta 

Insistenti, spesso fastidiose, quasi sempre non richieste o quantomeno non desiderate: sono le chiamate degli operatori di telemarketing che vogliono proporre i loro servizi, che arrivano di continuo su telefoni fissi e cellulari. Ci potrebbe essere una buona notizia all’orizzonte, che metterebbe la parola fine a questo “tartassamento”: l’Autorità garante della Privacy sta elaborando un codice di condotta per gli operatori del telemarketing.

Uno strumento in più oltre il Registro pubblico delle opposizioni

Questo nuovo codice andrà ad affiancarsi al al Registro pubblico delle opposizioni, che entrerà in vigore il 27 luglio 2022 e che ha come scopo quello di indicare agli operatori telefonici il recapito di chi ha espresso la volontà di non essere più contattato telefonicamente per ricevere proposte di telemarketing, come scrive laleggepertutti.it. Ad occuparsi di questo codice è un comitato ad hoc costituito dal Garante e di cui fanno parte i maggiori rappresentati del settore, ossia le principali aziende committenti dei settori telecomunicazioni e energia, gli operatori e i consumatori. Il documento dovrà essere steso entro luglio, almeno in una prima bozza da presentare al Garante, così che possa entrare in vigore quasi parallelamente al Registro pubblico delle opposizioni.

Al via i lavori di stesura

I lavori di stesura, riferisce Adnkronos, partiranno prendendo spunto da linee guida che già alcuni operatori utilizzano e, naturalmente, dalle regole dettate dall’Autorità garante della Privacy negli ultimi anni, sempre più specifiche e puntuali. Lo scopo di questo accordo, oltre a quello di stabilire regole uniche e uguali per tutti da rispettare (per gli operatori) e far rispettare (per gli utenti), sarà quello di riuscire ad andare a regolamentare e individuale anche gli operatori irregolari. Questi, infatti, operando al di fuori dalla legalità, non rispettano le norme in vigore penalizzando l’intera categoria e andando a esasperare chi riceve telefonate incontrollate e moleste. Ad esempio, per quanto riguarda il Registro delle opposizioni, così come è concepito potrebbe non riuscire a contrastare gli operatori illegali poiché non sono iscritti al Registro degli operatori di comunicazione. Tra i testi che verranno utilizzati come base da cui partire per stilare il Codice di condotta ci sono quelli già utilizzati dall’associazione nazionale dei business process outsourcer (Assocontact) e dall’osservatorio imprese e consumatori (Oic). Secondo quanto spiegato dal presidente di Assocontact, Lelio Borgherese, che già dal 2016 applica un codice di autoregolamentazione, la redazione del Codice di condotta con il coinvolgimento delle aziende committenti, voluto dal Garante, è la strada giusta per coordinare l’azione di tutti gli stakeholder e mettere fuori gioco chi viola le regole.

Arrivano gli incentivi auto 2022: bonus tra 2.000 e 5.000 euro

È ufficiale: anche per il 2022 sono disponibili i bonus per l’acquisto di un veicolo a basse emissioni di CO2. Da martedì 17 maggio i contratti d’acquisto di veicoli a due e quattro ruote non inquinanti potranno infatti ottenere un bonus tra 2.000 e 5.000 euro. Gli incentivi auto 2022 prevedono uno stanziamento di 650 milioni di euro per ciascuno degli anni 2022-2023-2024, somma che rientra tra le risorse approvate dal Governo nel Fondo automotive, per il quale è stata prevista una dotazione finanziaria complessiva di 8,7 miliardi di euro fino al 2030. In particolare, la somma per il 2022 viene riparta per l’acquisto di auto di categoria M1 (elettriche, ibride plug-in, endotermiche a basse emissioni), e motocicli e ciclomotori (non elettrici, elettrici), e commerciali di categoria N1 e N2.

Aggiornati anche i limiti di prezzo di listino

Per le auto con emissioni comprese tra 0-135 g/km CO2, Euro 6, sono stati aggiornati i limiti di prezzo di listino del veicolo nuovo e gli importi dei contributi concessi, tenuto conto della fascia di emissione e della presenza del veicolo da rottamare.
Per la fascia 0-20 g/km CO2 il prezzo di listino non deve essere superiore a 35.000 euro e il contributo è di 3.000 euro senza rottamazione e 5.000 euro con rottamazione. Per la fascia 21-60 g/km CO2 il prezzo di listino non deve essere superiore a 45.000 euro e il contributo è di 2.000 euro senza rottamazione e 4.000 euro con rottamazione. Per la fascia 61-135 g/km CO2 il prezzo di listino non deve essere superiore a 35.000 euro e il contributo è di 2.000 euro esclusivamente con la rottamazione.

Contributi anche per veicoli in car-sharing

Possono accedere a tali contributi le persone fisiche, mentre le persone giuridiche, a cui è riservata una quota del 5% delle risorse stanziate per la categoria M1, possono prenotare i contributi solo per le fasce 0-20 e 21-60 g/km CO2 se i veicoli sono impiegati in car-sharing con finalità commerciali. Per motocicli e ciclomotori sono stati introdotti anche contributi per i veicoli non elettrici (40% del prezzo di acquisto fino a 2.500 euro). Il contributo è riconosciuto solo alle persone fisiche che acquistano un veicolo non inferiore a euro 5 e rottamano un veicolo della stessa categoria. Il contributo, per le Pmi, comprese le persone giuridiche, è previsto esclusivamente per i veicoli con alimentazione elettrica con contestuale obbligo di rottamazione.

Cambiano gli importi per le categorie N1 e N2

Cambiano gli importi dei contributi per i veicoli di categoria N1. riporta Adnkronos: 4.000 euro con MTT fino a 1,5 tonnellate, 6.000 euro con MTT superiore a 1,5 e fino a 3,5 tonnellate. Per i veicoli di categoria N2, 12.000 euro con MTT superiore a 3,5 e fino a 7 tonnellate, e 14.000 euro con MTT superiore a 7 e fino a 12 tonnellate. Sono stati inoltre stabiliti i requisiti per il mantenimento della proprietà del veicolo acquistato con l’incentivo, ovvero, 12 mesi nel caso di acquirente persona fisica e 24 mesi nel caso di persona giuridica.

Salute e benessere sono le principali fonti di felicità

Secondo l’ultima edizione del Global Happiness di Ipsos il 67% dei cittadini a livello mondiale dichiara di essere felice, in aumento sia rispetto a metà 2020 sia rispetto a metà 2019, ma comunque in percentuale più bassa rispetto a 10 anni fa. Tra le principali fonti di felicità, quelle relative alla sfera personale e relazionale, come salute fisica e mentale, relazioni e famiglia, e il purpose. Tra i 30 Paesi esaminati la felicità è maggiormente diffusa nei Paesi Bassi e in Australia, con percentuali rispettivamente dell’86% e dell’85%, seguiti da Cina e Gran Bretagna (83%), India (82%), Francia e Arabia Saudita (81%), e Canada (80%). La felicità è meno diffusa in Turchia (42%) e Argentina (48%), mentre l’Italia si posiziona circa a metà della classifica (66%).

Pre e post Covid-19, com’è cambiata la felicità?

Se la quota di chi si dichiara felice è aumentata di 4 punti percentuali rispetto a luglio-agosto 2020 e di 3 rispetto a maggio-giugno 2019, continua a rimanere una percentuale più bassa rispetto a quella registrata a novembre-dicembre 2011 e ad aprile-maggio 2013 (77%). 
Rispetto a 10 anni prima, è in calo nella maggior parte dei Paesi esaminati, in particolare in Turchia (-47), e nonostante un notevole aumento negli ultimi due anni, in Argentina (-20).  In Italia, il livello di felicità è aumentato di 4 punti rispetto ad agosto 2020 e di 9 rispetto a giugno 2019, ma è in calo di 7 punti rispetto al livello massimo rilevato a dicembre 2011 (73%).

Le principali fonti di felicità nel mondo

A livello internazionale, le prime 5 fonti di felicità citate sono salute fisica e benessere (54%), salute mentale e benessere (53%), relazione con il partner/coniuge (49%), sentire che la propria vita abbia senso e significato (49%), figli (48%), condizioni di vita (47%), sicurezza e protezione personale (46%), sentire di avere controllo della propria vita (44%), stare nella natura (43%), avere un lavoro/impiego importante e avere più soldi (42%). In Italia le principali fonti di felicità risiedono in salute fisica/mentale e benessere, relazione con il partner/coniuge, lavoro/impiego importante, e a pari merito, figli, condizioni di vita e stare nella natura. Le meno importanti, situazione finanziaria personale, avere più soldi, beni materiali posseduti, essere riconosciuta come una persona di successo e il tempo speso sui social media.  

Felicità e fiducia dei consumatori

Il sondaggio Ipsos ha poi riscontrato una forte relazione tra il livello di felicità dichiarato e la fiducia dei consumatori. Infatti, è presente un’elevata correlazione tra la percentuale di intervistati che si dichiara molto o piuttosto felice e l’Ipsos Consumer Confidence Index, che indica un coefficiente pari a 0,73. L’indice di fiducia dei consumatori riflette infatti il sentiment dei consumatori in merito alla propria situazione finanziaria e il comfort di acquisto, economia, posti di lavoro e investimenti.