Mese: Gennaio 2022

Bonus mobilità sostenibile, si può ottenere anche nel 2022: ecco come fare  

Nelle vie delle nostre città è sempre più frequente veder circolare monopattini elettrici ed ebike: mezzi di trasporto comodi, che non risentono del traffico dei normali veicoli e allo stesso tempo rispettano il Pianeta perchè non hanno emissioni. Al di là dell’aspetto ecologico, il successo di questa forma di mobilità è dovuta anche al bonus mobilità sostenibile, l’incentivo fiscale introdotto dal Governo nel 2020  che ha permesso di “tagliare” la spesa per chi ha acquistato un veicolo di questa tipologia. La buona notizia è che questo vantaggio torna anche nel 2022, con alcune novità. Ci sono infatti nuove regole per chi ha sostenuto spese per l’acquisto di mezzi e servizi di mobilità a zero emissioni e ha rottamato un vecchio veicolo di categoria M1. Le ultime regole in merito alla richiesta dell’incentivo sono contenute nel provvedimento recentemente firmato dal Direttore dell’Agenzia delle Entrate che definisce i criteri e le modalità di fruizione dell’agevolazione prevista dal Decreto Rilancio (art. 44 comma 1-septies del DL n. 34/2020) e approva il modello di comunicazione che i contribuenti dovranno trasmettere alle Entrate a partire dal 13 aprile e fino al 13 maggio 2022. Il credito, utilizzabile esclusivamente nella dichiarazione dei redditi, è fruibile non oltre il periodo d’imposta 2022.

A chi è rivolto il bonus e cosa prevede

Il bonus, specifica, una nota di Adnkronos, è un credito d’imposta, nella misura massima di 750 euro, riconosciuto alle persone fisiche che, dal 1° agosto 2020 al 31 dicembre 2020, hanno sostenuto spese per l’acquisto di biciclette, monopattini elettrici, ebike, abbonamenti al trasporto pubblico, servizi di mobilità elettrica in condivisione (sharing) o sostenibile. Per accedere all’agevolazione, nel limite complessivo di spesa di 5 milioni di euro, è necessario aver consegnato per la rottamazione, nello stesso periodo, contestualmente all’acquisto di un veicolo, anche usato, con emissioni di CO2 comprese tra 0 e 110 g/km, un secondo veicolo di categoria M1 rientrante tra quelli previsti dalla normativa in materia (art. 1, comma 1032 della legge n. 145/2018).

Come si può ottenere il bonus?  

Per fruire del bonus mobilità occorrerà comunicare alle Entrate, dal 13 aprile al 13 maggio 2022, l’ammontare delle spese sostenute e il credito d’imposta richiesto inviando il modello approvato con il Provvedimento di oggi utilizzando il servizio web disponibile nell’area riservata del sito o i canali telematici dell’Agenzia. Il credito d’imposta è utilizzabile esclusivamente nella dichiarazione dei redditi in diminuzione delle imposte dovute e può essere fruito non oltre il periodo d’imposta 2022. Entro 10 giorni dalla scadenza del termine di presentazione dell’istanza sarà resa nota la percentuale di credito d’imposta spettante a ciascun soggetto richiedente, sulla base delle richieste ricevute e tenuto conto del limite di spesa di 5 milioni.

Che caratteristiche deve avere l’acqua che beviamo?

L’acqua si sa, è un elemento indispensabile per la vita. Il nostro corpo infatti, è costituito al 70% da acqua: ciò significa che buona parte di ciò che siamo è dovuto proprio a questo elemento.

È facile dunque comprendere il perché sia così importante avere dell’acqua sempre a disposizione e berla ogni qualvolta ne sentiamo la necessità. Gli esperti raccomandano in particolar modo di berne almeno due litri al giorno. Questa è infatti la quantità consigliata per stare bene e garantire al nostro organismo tutti i sali minerali e gli elementi di cui ha bisogno.

La assumiamo sia bevendo acqua ed altri liquidi, che direttamente dal cibo. Vi sono infatti determinati alimenti che sono particolarmente ricchi d’acqua come ad esempio frutta e verdura, così come determinate pietanze come zuppe e minestroni.

Quello che è importante sapere è che l’acqua non è tutta uguale, ma che al contrario vi sono diversi tipi di acqua minerale e dunque cambia anche ciò che essa contiene. Il riferimento è dunque ai minerali e a tutte le altre sostanze disciolte in essa, le quali possono essere benefiche o al contrario nocive per il nostro organismo.

L’importanza di accertarsi sulla qualità dell’acqua

Chiaramente non è un problema andare a bere qualche bicchiere di un’acqua non perfettamente salubre o che comunque presenta degli elementi inutili o nocivi. Il problema si pone invece quando un’acqua malsana, o comunque non idonea al consumo alimentare, viene bevuta in maniera continuata nel tempo.

Ecco perché facciamo sempre bene ad accertarci di quella che sia la qualità dell’acqua cui abbiamo accesso, in particolar modo quella del rubinetto di casa se abbiamo deciso di berla.

Infatti, l’acqua minerale che compriamo in bottiglia al supermercato ha delle precise caratteristiche che possiamo leggere in qualsiasi momento sull’etichetta.

Il problema si pone invece per quella del rubinetto di casa, della quale sappiamo poco o nulla. Certo, di solito ci si può fidare dato che l’acqua che arriva al rubinetto di casa è gestita dall’acquedotto comunale.

Questa acqua viene convogliata all’interno di enormi vasche e analizzata costantemente. Se è necessario, essa viene trattata con cloro o altre sostanze al fine di eliminare eventuali batteri o impurità. Nulla può invece l’acquedotto comunale con il problema relativo alle condizioni delle tubature relativamente all’ultimo tratto, ovvero quello che arriva a casa dell’utente.

Spesso infatti, l’ultimo tratto di tubature è ossidato soprattutto negli impianti più vecchi. Tale stato di deterioramento fa sì che l’acqua assuma uno sgradevole sapore ferroso e che delle volte siano visibili degli elementi in sospensione.

Per rendersene conto basta a riempire un bicchiere d’acqua di rubinetto e verificare se sono visibili piccole particelle che galleggiano o che si trovano appunto in sospensione.

In questo caso l’acquedotto non è responsabile, in quanto quell’ultimo tratto di tubature non è sotto il controllo della società che gestisce le acque pubbliche ma è di competenza del condominio. Quindi eventualmente dovrà essere il condominio stesso a far sistemare il tratto di tubature in questione.

La soluzione rapida ed efficace

Cosa è possibile fare fino a quel momento per far sì che l’acqua possa comunque essere perfettamente potabile e avere un buon sapore? In questo caso, la soluzione migliore è quella di far installare un depuratore domestico.

Ne esistono veramente di tutti i tipi, ed è sufficiente verificare quelli che al momento sono i prezzi dei migliori depuratore acqua domestici per scegliere quello che maggiormente fa al caso proprio. Installato il depuratore giusto, l’acqua tornerà immediatamente ad avere un sapore gradevole e non presenterà più alcun tipo di elemento in sospensione o altra sostanza nociva.

Determinati modelli sono infine in grado di offrire un acqua calda o fredda piacimento, così come una buonissima acqua gasata con un semplice gesto della mano.

Italiani e assicurazioni: i timori spingono le polizze

A novembre 2021 un’indagine di Facile.it mostrava che a stipulare una polizza per la prima volta sono stati 3,6 milioni di italiani, il 6% della popolazione, arrivando così a un totale di 16 milioni di assicurati.
Dei 3,6 milioni di nuovi assicurati, il 34% lo ha fatto perché si sentiva meno sicuro a causa della pandemia, che però non accenna a rallentare.
La variante Omicron spaventa infatti ancora gli italiani, che corrono ai ripari dotandosi di polizze assicurative legate alla vita o allo stato di salute.
cedente.

Aumentano le richieste di informazioni sui prodotti ‘vita’ e ‘salute’

Le persone, impaurite dal prolungarsi della pandemia, hanno richiesto maggiori informazioni sui prodotti assicurativi o si sono interessate di più rispetto alla prima parte dell’anno. Dall’Osservatorio di Facile.it emerge infatti che nel secondo semestre 2021 si riscontra un incremento delle visualizzazioni online e delle richieste di contatto per le polizze vita, pari al 9% rispetto al primo semestre.
“Dallo scoppio della pandemia in avanti abbiamo notato un crescente e costante aumento di interesse da parte degli utenti verso le assicurazioni salute, e nel complesso, per tutti i prodotti a copertura della persona, della sua salute e di quella del suo nucleo familiare”, spiega Irene Giani, responsabile assicurazioni non motor di Facile.it.

Crescita molto consistente per le coperture di puro rischio

Un trend, quello emerso dall’indagine del comparatore online, che trova conferma anche da Allianz. Dal gruppo spiegano infatti di aver rilevato per il 2021 un trend stabile, o in leggera crescita, nelle polizze puro rischio (Tcm), e una crescita nel segmento polizze salute individuali superiore ad altri rami assicurativi.

In CreditRas, joint venture Allianz-UniCredit nella bancassurance, è stata riscontrata una crescita molto consistente per le polizze di puro rischio.
Andamento che consolida quanto contenuto nel bollettino semestrale relativo all’offerta dei prodotti assicurativi dell’Ivass, fermo al 30 giugno 2021, ma dalle indicazioni chiare: al 1 semestre dello scorso anno risultavano censiti 140 nuovi prodotti individuali relativi al settore vita, rispetto ai 106 rilevati nei sei mesi precedenti.

L’offerta deve stare al passo con la domanda

Un incremento che mostra un’offerta che deve stare al passo con la domanda, riporta Adnkronos, cioè con quanto richiesto dai clienti delle compagnie assicurative in tema di salute. Sempre nei primi sei mesi del 2021 la raccolta nel settore vita è stata pari a 58,3 miliardi di euro, in aumento del +18,6% rispetto al 2020, si legge in un altro bollettino dell’autorità sui premi. Il recupero è concentrato sul ramo III relativo alle polizze unit e index linked, la cui raccolta aumenta di +8,5 miliardi (+61,2%), e sul ramo I, cui sono collegate le polizze vita ‘pure’, in crescita su base annua di +2,5 miliardi (+8,0%).

I rischi cyber del 2022, dal furto dati al cloud

Nel 2021 gli hacker hanno usato sempre più ransomware per colpire aziende, infrastrutture critiche e la sanità, ma nel 2022 le aggressioni con richiesta di riscatto si amplieranno, e a queste si affiancheranno il furto di dati ai Vip, le intrusioni nel cloud, lo sfruttamento di vulnerabilità sconosciute nei sistemi e la compromissione dei dispositivi IoT.  A tracciare un quadro sono gli esperti dell’azienda di sicurezza Yarix. “Nel 2022 ci aspettiamo che continuino gli attacchi ransomware basati su un modello di estorsione a quattro livelli: rendere inutilizzabili i dati della vittima chiedendo un riscatto per riottenerne l’accesso, minacciare di divulgare i dati e rendere pubblica la violazione, minacciare di colpire i clienti della vittima e attaccare la supply chain – sostengono gli esperti -, cioè i suoi fornitori di tecnologia con l’obiettivo di manipolare e compromettere l’infrastruttura e il codice sorgente del software”.

Rubare dati a Vip e influencer

Il furto di dati, secondo i ricercatori, rimarrà uno degli aspetti critici nel prossimo anno, con eventi che riguarderanno figure apicali o di spicco (Vip e influencer) in quanto più esposte pubblicamente, allo scopo di ampliare il fenomeno mediatico. Ma con la migrazione sempre più massiccia verso ambienti cloud (secondo Gartner la spesa globale per questi servizi aumenterà del 54% rispetto al 2020), i cybercriminali tenteranno sempre più l’accesso con l’uso di email di phishing per rubare le credenziali, ma verrà sfruttata anche la potenza di calcolo del cloud per fabbricare illecitamente criptovalute.

Lo sfruttamento di vulnerabilità ‘zero day’

Altra minaccia che diventerà più massiccia nel 2022 è quella relativa allo sfruttamento di vulnerabilità cosiddette zero day, ovvero falle nei software sconosciute anche agli stessi sviluppatori. L’ultima in ordine di tempo è quella chiamata Log4Shell, tanto che recentemente anche l’Agenzia italiana di cybersicurezza ha lanciato un allarme.
“Per i produttori di software il tempo utile per far fronte alle vulnerabilità con aggiornamenti sarà sempre più ridotto a una questione di giorni, se non di ore”, sottolineano gli esperti. Nel corso del 2022, inoltre, i cybercriminali utilizzeranno i dispositivi connessi (Internet of Things) “come una comoda base di attacco per la loro attività criminale o come mezzo per muoversi lateralmente all’interno di una rete – spiegano gli esperti -. Altro fronte critico è quello delle auto connesse, diventate ormai un business in forte espansione, e come tale, oggetto di attenzione da parte della criminalità informatica” riporta Ansa.

Le aziende devono imparare a ‘pensare come i criminali’

“La sfida di oggi, per le aziende evolute, è intercettare e neutralizzare le minacce informatiche – osservano i ricercatori di Yarix -. Per mantenere applicazioni e ambienti sicuri, è indispensabile un approccio ‘zero trust’, nel quale qualsiasi utente o dispositivo che tenti di connettersi alle applicazioni e ai sistemi deve essere verificato prima di ottenere l’accesso. Per le aziende sarà inoltre strategico ‘pensare come i criminali’, e iniziare ad avere maggiore visibilità di quello che avviene nel surface web e nel dark web”.