Mese: Ottobre 2021

Gli Italiani e il risparmio: cosa è cambiato con la pandemia?

In occasione della 97° Giornata Mondiale del Risparmio Acri-Ipsos ha presentato la 21° edizione dell’indagine dal titolo Gli Italiani e il Risparmio, che delinea il livello di soddisfazione per la propria situazione economica e il proprio tenore di vita, l’atteggiamento e la propensione verso il risparmio, evidenziando i cambiamenti rispetto all’anno passato. Il peggio sembra essere passato, e la minaccia del Covid, per quanto ancora presente, si è ridotta, inducendo il 54% degli italiani a pensare l’emergenza sanitaria sia prossima alla fine. E questo induce ad ampliare le proprie prospettive economiche verso un orizzonte a medio termine.

Il 45% è riuscito ad accumulare risparmi negli ultimi 12 mesi

L’indagine conferma l’evidenza colta lo scorso anno: accanto a una quota di italiani in grado di resistere alle difficoltà (38%), con una situazione economica in miglioramento (13%), persiste una quota non trascurabile, e in crescita, che ha esaurito o è prossima a esaurire le risorse a propria disposizione, sottolineando gravi mancanze (49% vs. 47% nel 2020). Rimane però molto alta la percentuale di italiani che sono riusciti ad accumulare risparmi negli ultimi 12 mesi, e che lo hanno fatto con tranquillità (45%) guardando soprattutto al futuro. Al contempo, rispetto al 2020 è tornato a risalire il numero di famiglie che ha fatto ricorso a risorse proprie o a prestiti (19% vs. 16% nel 2020), descrivendo una situazione che ha portato ad associare il risparmio a un senso di sacrificio.

Si intravedono prospettive di miglioramento

Rispetto al 2020 gli aiuti europei e il PNRR, e la fiducia nel Governo e nel suo operato portano il 40% degli italiani a intravedere prospettive di miglioramento nei prossimi anni. Il cambio di scenario contribuisce a far maturare la consapevolezza del legame esistente tra risparmio privato e rafforzamento del senso di compartecipazione allo sviluppo sociale e civile (fondamentale per il 79% degli italiani vs. 77% nel 2020). Le direttrici lungo cui agire per rendere proficuo questo legame sono la formazione, attraverso cui dare spazio e creare occasioni per la realizzazione professionale dei giovani e per riqualificare i lavoratori (61%,), il welfare, per sostenere le fasce più deboli della popolazione (62%), e la competitività, che non può prescindere da un percorso dettato dalla transizione ecologica verso modelli di sviluppo sostenibili (64%).

L’uscita dall’emergenza sanitaria rischia di allargare la forbice

È quindi forte e condivisa la necessità di un modello inclusivo che ‘non lasci indietro nessuno’ nel recupero sociale. L’uscita dall’emergenza sanitaria rischia infatti di allargare la forbice tra chi sta meglio e chi invece è in difficoltà. In questo contesto, cresce l’interesse per il ruolo del non profit (per il 53% è fondamentale o importante), e più in generale, dei corpi intermedi (per il 39% è fondamentale o importante), che aiutano a intercettare le criticità e a trovare soluzioni per affrontare i problemi di oggi e scongiurare quelli che verranno.

Italia, l’ecommerce penalizzato dai ritardi tecnologici

Quanto vale l’ecommerce a livello mondiale? Tanti, anzi tantissimo: il mercato online B2C vale globalmente 4.280 miliardi di dollari e raggiungerà quota 4.891 miliardi nel corso del 2021. Il “peso” dello shopping online, in tutti i settori, è cresciuto sensibilmente negli ultimi mesi, quando l’emergenza pandemica ha spinto anche nuove fasce della popolazione ad avvicinarsi a questa modalità d’acquisto. E il trend, nonostante le cose – a livello sanitario – stiano tornando alla normalità, non accenna certo a spegnersi. D’altronde comprare on line è comodo e oggi anche sicuro. In questo scenario, come si posiziona l’Italia nel panorama dei Paesi che hanno scommesso sull’e-commerce? Purtroppo potrebbe fare meglio, come rivela una indagine condotta da Timotico, società di comunicazione integrata. 

Gli aspetti che non funzionano nel nostro Paese

Le premesse affinchè in Italia il comparto dell’ecommerce sia veramente dinamico ci potrebbero essere, ma esistono ancora delle difficoltà oggettive, specie legate ai ritardi nell’adozione di tecnologia all’avanguardia e nell’utilizzo strategico del content marketing. “Ci sono aziende – afferma con un comunicato Federica Argentieri, ad e fondatrice di Timotico – anche molto affermate da generazioni che si trovano in crisi dal momento che la concorrenza online gli sta rubando grossissime fette di mercato”. L’80% delle Pmi afferma nell’indagine di avere un proprio sito web, “ma sono poche quelle con siti ottimizzati, performanti anche su mobile e costantemente aggiornati. E questo nonostante il fatto che 50 milioni di italiani siano connessi ogni giorno”.

No ai contenuti esclusivamente promozionali

“Un errore frequente da parte delle aziende – dice ancora la Argentieri – è di pubblicare sui social solo contenuti promozionali che, alla lunga, non fanno che stancare il pubblico, con la conseguente penalizzazione da parte della piattaforma”. Tutto, insomma, ruota attorno alla costruzione di una narrativa. “È fondamentale, come emerge dall’indagine, alternare contenuti diversi e arricchirli con informazioni utili e di intrattenimento per le persone, in una proporzione del ’70/30′: 70% di contenuti reputazionali, ispirazionali, informativi e che coinvolgano sempre di più l’audience e 30% di contenuti destinati alla vendita pura”. Insomma, conclude l’indagine, l’improvvisazione non paga nella vita reale come nel web: per questo è opportuno affidarsi a chi ha le capacità di fare content marketing, adottando un piano d’azione per la produzione e distribuzione di contenuti testuali, audio-video, foto e grafiche su siti web, blog, ecommerce e social che sia coerente con il brand aziendale.

Caffè, un piacere della vita e un punto di forza del Made in Italy

Il caffè è un piacere della vita, un rito irrinunciabile e un’eccellenza del Made in Italy. La seconda edizione dell’indagine Gli italiani e il caffè, condotta da AstraRicerche per conto del Consorzio Promozione Caffè, lo conferma. Tanto che per il 72,5% degli intervistati il caffè è proprio uno dei piaceri della vita, mentre per oltre il 75%, un punto di forza del Made in Italy. Il 97% degli intervistati afferma poi di bere abitualmente caffè o bevande a base di caffè, e per oltre la metà (54%) il consumo è di tre o più tazzine al giorno, con un aumento significativo nella fascia 18-35 anni. E pur continuando a essere un momento di relax (75%), il caffè è sempre più apprezzato per le sue qualità “energizzanti”. Oltre ad aiutare la concentrazione e il risveglio (73,3%), la tazzina rappresenta per molti il vero inizio della giornata (40,8%), e il modo ideale per ritrovare la carica e la voglia di fare (39%).

Su 100 tazzine, 57 sono consumate a casa. Ma torna la voglia di gustarlo al bar

La casa si conferma il luogo più amato per bere il caffè: su 100 caffè, 57 sono consumati tra le mura domestiche. Ma è tornata più forte di prima anche la voglia di bere un caffè al bar, luogo di chiacchierare (26,1%), rito mattutino (31,5%), e un modo per sostenere l’economia e i piccoli esercenti (41%). E se gli italiani stanno tornando con fiducia al bar, il 29,8% dichiara di aver bevuto più caffè al bar nei mesi di giugno e luglio, e il 21,3% afferma di esserci andato più spesso rispetto al periodo pre-Covid.

Capsule e cialde vincono sulla moka

Se un terzo degli italiani sceglie la moka per preparare il caffè (31,5%, -5,7% rispetto al 2020), capsule e cialde sono preferite dal 43% (+3,6% rispetto al 2020). I motivi di tanto successo? Sono comode da preparare (77%), hanno un ottimo gusto (62%), e per un italiano su due hanno un giusto rapporto qualità prezzo. A sceglierle sono soprattutto gli intervistati tra i 45 e i 55 anni, mentre la moka continua a esercitare un grande fascino tra le donne e gli over 55. Gli italiani hanno poi iniziato a sperimentare l’e-commerce anche per il caffè. Più di due consumatori su tre (69,6%) hanno fatto acquisti sia sui grandi marketplace sia sugli e-store specializzati, o attraverso il servizio della ‘spesa a casa’. 

Tutti i benefici in termini di salute e benessere

“Una vasta letteratura evidenzia i numerosi benefici associati a un moderato consumo di caffè su importanti aspetti della fisiologia umana – dichiara il professor Luca Piretta, Nutrizionista e Gastroenterologo dell’Università Campus Bio-Medico di Roma – dalla memoria alla concentrazione, dalla performance fisica al rallentamento del fisiologico declino cognitivo legato all’età, dalla riduzione del rischio di malattie neurodegenerative, come il morbo di Alzheimer e la malattia di Parkinson, a una forte azione preventiva e protettiva nei confronti del diabete di tipo 2 e di alcune malattie del fegato”.