Mese: Luglio 2021

La ricetta della felicità? Amici e birra

Cosa rende felici gli italiani, dopo più di un anno di restrizioni e chiusure imposte dalla pandemia? E, soprattutto, cosa vorrebbero fare nell’estate del 2021? La risposta è molto semplice: la felicità è una serata al ristorante, con gli amici e una birra. A fotografare i desideri di nostri connazionali è stato uno studio commissionato da Osservatorio Birra all’Istituto Piepoli, che mostra attese e speranze degli italiani verso l’estate e le riaperture, dopo mesi di convivenza con coprifuoco e distanziamento sociale. In prima battuta, il sogno è quello di poter partire per una vacanza con gli amici (31%), seguito da quello di poter andare al ristorante o in pizzeria in compagnia (23%), per una serata davanti a una birra. La ricerca “Il nuovo fuori casa degli italiani” rivela quindi che la voglia di tornare ad uscire e incontrarsi è tanta, però con la consapevolezza che questo ritorno alla socialità perduta andrà conquistato e mantenuto con responsabilità.

Le “voglie” dei beer lover

Anche se va bene – anzi benissimo – la prudenza, le persone hanno voglia di uscire e di vivere i luoghi del fuori casa. E questo desiderio è particolarmente avvertito dai beer lover, i consumatori di birra, che più degli altri hanno voglia di convivialità. Infatti, se la quasi totalità degli italiani (92%) ritiene importante tornare a condividere il tempo libero fuori casa, gli appassionati di birra hanno sofferto maggiormente l’impossibilità di ritrovarsi nei luoghi di aggregazione come bar, pub, ristoranti e pizzerie (l’82% contro il 69% dei non consumatori). Proprio loro, infatti, saranno il motore della ripartenza dei consumi extradomestici: quasi 8 beer lover su 10 (78%) dichiarano che passeranno più tempo condiviso al di fuori delle mura domestiche nei prossimi mesi, contro il 71% dei non consumatori.

La birra batte il caffè

La birra la fa da padrona nelle scelte dei consumi fuori casa, confermandosi la bevanda “conviviale” per eccellenza. Con il 61% delle preferenze, la birra è stata la più consumata in questo periodo di graduali riaperture, davanti a caffè (43%), acqua (34%) e vino (38%). E, nelle intenzioni degli italiani, resterà la più bevuta fuori casa anche nei prossimi mesi, doppiando, con il 67% delle preferenze, caffè (28%), aperitivi e cocktail (24%). Alle dichiarazioni dagli italiani fa eco la conferma dagli addetti ai lavori dell’Ho.Re.Ca.: se è attorno a una birra stiamo ricostruendo il nostro stare insieme, questa bevanda può essere un ingrediente strategico anche per la ripresa dei luoghi del fuori casa. 

Il Covid cambia il business online, più app per salute mentale meno turismo

La pandemia ha cambiato i business digitali, e nell’era Covid volano le app del settore salute mentale mentre i consumatori digitali iniziano a girare le spalle al settore turismo. Stando all’ultima indagine realizzata dalla piattaforma danese di recensioni Trustpilot, e anticipata dall’Adnkronos, il settore Sanità mentale & Benessere registra infatti una crescita a 3 cifre, e le richieste di terapia virtuale sono cresciute del 309%, mentre il comparto Viaggi & Turismo è quello maggiormente penalizzato, con 900 milioni di turisti in meno nel 2020. 

Salute mentale, benessere o wellness menzionate 10.811 volte

A rilevare un vero boom è Ginger, app per recuperare la salute mentale, che nel settembre 2020 registra il picco nel tasso di utilizzo, con un incremento di uso del 159% rispetto alla media pre-Covid. Secondo Trustpilot, anche l’app Doctor On Demand ha visto un aumento massiccio di pazienti che necessitavano di tele-terapia, con oltre il 50% di crescita per tutto il mese di ottobre. Trustpilot ha analizzato anche le proprie recensioni, per verificare quanto spesso venissero menzionate parole come salute mentale, benessere o wellness. E se tra agosto e novembre 2020 sono state menzionate 2.780 volte, tra novembre 2020 e febbraio 2021 sono arrivate a 4.787. Un dato ancora più esplicito nel confronto anno su anno: le stesse parole tra febbraio 2019 e febbraio 2020 erano state menzionate 3219 volte, mentre tra febbraio 2020 e febbraio 2021 il valore è più che triplicato (10.811 volte).

Durante la pandemia -81,8% recensioni relative a prodotti di viaggio

Riguardo viaggi e turismo, invece, l’Organizzazione Mondiale del Turismo (Unwto) rileva che le destinazioni di viaggio più popolari hanno accolto 900 milioni di turisti internazionali in meno tra gennaio e ottobre 2020 rispetto allo stesso periodo del 2019.
Nello stesso periodo di tempo, anche gli arrivi internazionali sono calati di oltre il 74%. Nel marzo del 2021, la piattaforma danese di recensioni ha esaminato l’attività dei consumatori relativamente al settore del turismo. E il numero medio di recensioni di viaggio raccolte durante la pandemia, è stato inferiore del 39,7% rispetto all’anno precedente. Allo stesso modo, il numero medio di recensioni relative a prodotti di viaggio rilasciate durante la pandemia è stato inferiore dell’81,8% rispetto al 2019.

Un aumento della domanda nei confronti delle agenzie di viaggio

“I dati raccolti da Trustpilot suggeriscono che il settore Salute & Benessere continuerà a crescere rapidamente nei prossimi mesi e che c’è speranza anche per il futuro del turismo”, commenta Claudio Ciccarelli, Country Manager di Trustpilot in Italia. 
Nella seconda estate segnata dal Covid, infatti, Ciccarelli segnala che “stiamo assistendo a un aumento della domanda nei confronti delle agenzie di viaggio a causa della confusione relativa alle regole e alle misure restrittive diverse di Paese in Paese -. Risulta, quindi, essenziale farsi trovare preparati e ricordare che, per puntare alla ripresa, bisogna assecondare i trend e le richieste dei consumatori, essendo pronti a rinnovarsi con loro”.

Pandemia e Gender Gap, l’impatto sui Paesi del G7

Gli stereotipi sul ruolo delle donne nella società sono ancora molto diffusi, e ciò rende sempre più reale il rischio di un ritiro delle donne dalla scena economica, anche a causa dell’impatto della pandemia. I modelli tradizionali infatti rimangono ancora molto attuali nei Paesi del G7, soprattutto quando si tratta del ruolo delle donne e del confronto tra maternità e carriera, e la situazione dopo il Covid è peggiorata. Un sondaggio Ipsos, condotto per WeWorld Onlus, ha indagato la condizione economica delle donne italiane in epoca di Covid-19, mostrando come una donna su 2 abbia visto peggiorare la propria situazione economica a causa del Coronavirus e una lavoratrice su 2 abbia paura di perdere il proprio posto di lavoro.

Stereotipi ancora troppo diffusi 

Se il 64% degli intervistati e il 70% delle donne crede che “sia più difficile per una donna che per un uomo avere una carriera di successo”, il 50% degli intervistati e il 49% delle donne crede che “se vuoi essere una buona madre devi accettare di sacrificare parte della tua carriera professionale”. Questi modelli sono così forti che molti degli intervistati mascherano l’esistenza di disuguaglianze di genere e i meccanismi attraverso i quali queste disuguaglianze si diffondono. Tanto che il 46% degli intervistati ritiene che “le persone esagerano le disuguaglianze di genere”, e il 43% crede che “le donne non scelgono le stesse carriere degli uomini per propria scelta e libera volontà.

La riduzione delle diseguaglianze di genere dovrebbe essere una priorità

Tutti gli intervistati però ritengono che le disuguaglianze di genere esistano almeno in qualche misura, e siano diffuse nei Paesi del G7. Inoltre, in Italia, Stati Uniti e Giappone le persone ritengono che il livello di disuguaglianza di genere sia più alto nel proprio Paese che nel resto del G7. Le disuguaglianze di genere sono una realtà, per questo i cittadini dei Paesi del G7 ritengono che la loro riduzione dovrebbe essere considerata una priorità. Il 90% crede che colmare il gender gap sia importante e per il 29% è addirittura una priorità assoluta (32% donne). Questa aspettativa è ancora più forte in Italia (95%), dove il 50% delle italiane pensa che dovrebbe essere una priorità assoluta.

Le pari opportunità e l’effetto positivo su società e lavoro

Il 97% degli intervistati ritiene che colmare il gender gap nel periodo post-Covid sarà un obiettivo ancora più difficile da raggiungere, e sono soprattutto gli italiani a essere preoccupati. Se le donne avessero le stesse opportunità degli uomini, per il 79% degli intervistati questo avrebbe un effetto positivo sulla società nel suo complesso, per il 74% sull’occupazione, per il 74% sulla crescita economica e per il 73% sui salari complessivi. La percentuale di uomini che pensano che l’integrazione delle donne avrebbe impatti positivi però è leggermente diminuita rispetto all’anno scorso. È possibile che alcuni di loro, in questo periodo instabile e incerto, possano sentirsi minacciati, e quindi meno propensi a sostenere la promozione delle donne.