Mese: Gennaio 2021

Edilizia del futuro, come cambierà e quali saranno le competenze richieste

Come cambia l’intero comparto dell’edilizia, alla luce dei nuovi trend e dei nuovi investimenti messi in cantiere – è proprio il caso di dirlo – dal Governo per rilanciare il settore? In estrema sintesi, come concordano tutti gli analisti, sono prefabbricazione, circolarità e riduzione dei consumi le parole d’ordine dell’edilizia del futuro. Tutti obiettivi raggiungibili grazie a una svolta digitale nei processi professionali e a una forte spinta all’innovazione. Per far questo bisogna acquisire nuove competenze, grazie a corsi di specializzazione mirati.

Crescita del volume di produzione edifici entro il 2030

Entro il 2030 è prevista una rilevante crescita del volume di produzione di edifici. Anche grazie alle misure messe in atto dal Governo che stanno spingendo verso una ripresa che sta già impattando sul versante occupazionale. Basti pensare a tutte le figure professionali e alle imprese ora letteralmente sommerse di richieste per il superbonus. Il settore delle costruzioni si trova davanti a una sfida: come soddisfare una domanda in crescita con la necessità di accogliere le nuove esigenze di una società in evoluzione. L’obiettivo è ridurre l’impatto ambientale del costruito, andando progressivamente in un’ottica di green building. E molto probabilmente saranno la tecnologia e le innovazioni che sono state sviluppate negli ultimi anni a trasformare il settore in chiave smart e sostenibile.
L’edilizia è uno dei settori più energivori al mondo

Per il fatto che l’edilizia rappresenta uno dei comparti più energivori,  non sorprende che ai professionisti venga richiesta una particolare attenzione all’impatto ambientale riducendo l’approccio consumistico (di materie, spazi, energia) verso un nuovo modello basato sull’abbattimento degli sprechi e sul no-waste. Quantificare i risparmi energetici e di materiali sta diventando un imperativo: in questo processo i nuovi strumenti digitali sono un alleato indispensabile per muoversi in questa direzione. “Per un futuro che è già presente la prospettiva è che Big Data, Artificial Intelligence e Machine Learning saranno alla base di strumenti in grado di indicare le scelte più performanti per ottenere un risultato realizzativo ottimale in termini di costi, materiali, consumi energici, idrici ed inquinanti”, dice Marina Perego Direttore della Fondazione Green. “E’ per questo motivo che che con la Fondazione Green abbiamo fortemente voluto proporre un corso gratuito IFTS dedicato alla Bioedilizia e alle tecnologie Digital Green”. Anche nell’edilizia è diventato fondamentale avere le skills “giuste”: non per niente è al 30% la difficoltà di reperimento dei profili ricercati (contro il 26% del 2019) soprattutto a causa di una preparazione inadeguata. In particolare, servono competenze  in ambito digitale, richieste al 60,4% dei profili ricercati nel 2020, in ambito “green” con una domanda che si attesta all’82% e anche in entrambi.  Insomma, la competenza trasversale  è un fattore strategico di competitività.

Audience e informazione di prima serata nell’anno del Covid

L’informazione ha profondamente risentito degli effetti della pandemia, tanto da poter parlare di un’anomalia dell’andamento dei dati. L’incremento dell’audience media dell’informazione di prima serata rispetto al 2019 contrasta infatti quell’emorragia di ascolti che negli ultimi anni ha sensibilmente ridotto il pubblico del prime time, come quello complessivo della Tv generalista. Che sia proprio la pandemia da Covid-19 all’origine di questa inversione di tendenza è dimostrato dal fatto che ancora nel mese di gennaio 2020 si registrava un calo di circa 400mila teleutenti rispetto all’anno precedente. La conferma arriva dall’Osservatorio Tg Eurispes-CoRiS Sapienza, che propone un’analisi sul pubblico delle edizioni di prime time dei Tg delle 7 Reti generaliste.

Nei mesi primaverili oltre 7,5 milioni di utenza media

L’aumento maggiore di ascolti si è registrato nei mesi di marzo e aprile, con una crescita del 48% e del 52% rispetto al medesimo periodo del 2019. Una tendenza che si è riproposta anche durante la seconda ondata (ottobre-dicembre), con crescite in termini di pubblico tra il 18% e il 32% rispetto al 2019. Lo stesso è avvenuto, in misura assai minore, nei mesi estivi, con una audience media sempre superiore rispetto al 2019. In numeri assoluti, l’utenza media dei Tg del prime time è cresciuta nei mesi primaverili di oltre 7,5 milioni di spettatori (7,62 in marzo e 7,51 in aprile), raggiungendo un pubblico di più di 23 milioni di teleutenti.

In autunno risultati fortemente ridimensionati rispetto ai picchi della Fase 1

Nei mesi di marzo e aprile le edizioni serali di Tg1, Tg2 e Tg3 sono cresciute, mediamente, del 50,3%. Ancora maggiore il risultato per l’informazione di prime time Mediaset, che guadagna un 52% di audience, mentre la crescita di ascolti dell’intera rete La7 è stata pari a un +46,2% rispetto all’anno precedente. La prima fase della pandemia ha generato un impatto maggiore sul pubblico dell’informazione di prime time. I risultati, pur consistenti nei mesi di ottobre, novembre e dicembre, risultano fortemente ridimensionati rispetto ai picchi della Fase 1.

I temi del prime time nel 2020

Nel primo semestre 2020 le notizie sul Covid-19 sono state il principale argomento d’apertura dei Tg di prima serata, raccogliendo quasi il 64% delle prime pagine e il 39,7% dei titoli delle testate tele giornalistiche di Rai, Mediaset e La7. Negli ultimi mesi dell’anno, la copertura informativa ha segnato un’importante differenza rispetto alla Fase 1: le aperture hanno riguardato sempre meno i “numeri” dell’epidemia e si sono concentrate sulle misure prodotte dai numerosi Dpcm emanati dal Governo. Il “cono d’ombra” prodotto dall’inevitabile monopolizzazione dell’agenda informativa ha sostanzialmente oscurato molte importanti tematiche. L’unica finestra sul mondo rimasta aperta con una certa continuità è quella sugli Usa. Se nel primo semestre del 2020 le sette edizioni dei telegiornali nazionali hanno dedicato 330 titolazioni alle proteste nate in seguito alla morte di George Floyd, negli ultimi mesi dell’anno l’attenzione è stata catturata dalle elezioni presidenziali del 3 novembre.