Viva la pasta al pomodoro, ma a porzioni ridotte

Un simbolo della nostra cucina all’estero, nonché regina della tavola italiana, per tutti la pasta è “il vero piatto tipico italiano”, e se 9 italiani su 10 la mangiano regolarmente 1 su 3 lo fa tutti i giorni. Eppure ne mangiamo sempre meno. Complici i cambi di abitudini alimentari, i consumi di pasta diminuiscono del 17% nella porzione media, passata da 106 grammi a 87 grammi, e del 6% nella frequenza di consumo. I dati provengono da una ricerca sul futuro della pasta realizzata da Eumetra per Unione Italiana Food (già Aidepi), l’associazione che unisce e rappresenta i produttori di pasta italiani, su un campione di 3000 intervistati.

A pranzo è sempre la n. 1

In ogni caso, se la pasta è il primo alimento consumato a pranzo (85%), a cena è l’ultimo, con il 17% delle preferenze. Il motivo è che secondo la ricerca gli italiani continuano a pensare che la pasta faccia ingrassare (18%) e che sia meglio ridurne i consumi per la propria salute (16%), mentre il 45% rinuncia alla pasta di sera per stare leggero. Nel mondo invece i consumi di pasta nell’ultimo decennio sono aumentati, passando da 9 a 15 milioni di tonnellate annue. I Paesi dove esportiamo di più sono Germania, Regno Unito, Francia e USA, mentre i mercati strategici da cui arrivano le performance più importanti di inizio 2019 sono Arabia Saudita (+90%), Emirati Arabi Uniti (+25%), Cina (+22%) e Australia (+16%).

Più di 300 formati per il 90% del mercato

Della tradizionale pasta gialla esistono oltre 300 formati, e rappresenta circa il 90% del mercato. La pasta corta (penne, rigatoni, fusilli…), è in testa alle preferenze (78%), davanti a spaghetti e vermicelli (72%), mentre per quanto riguarda i condimenti vince il sugo di pomodoro (80%), davanti al ragù (67%), pesto o altri condimenti a base di verdure (64%). Accanto alla pasta tradizionale ora però si possono trovare l’integrale (circa +20%), la gluten free, quelle con farine alternative e superfoods, come spezie, kamut, legumi, farro. Ma quella tradizionale stravince alla prova del gusto e della semplicità di preparazione. Per questo il 70-80% dei consumatori di paste alternative continua a ancora a consumarla.

Nel 2018 il 58% della produzione è stato esportato

Nel 2018 i nostri pastifici hanno prodotto 3.370.000 tonnellate di pasta (+0,3% rispetto al 2017), confermandoci il Paese che ne consuma di più (con 23 kg di pasta pro capite). Più della metà della produzione (58%) nel 2018 è stata esportata, col risultato che un piatto di pasta su 5 mangiato nel mondo e circa 3 su 4 in Europa sono preparati con pasta italiana, riporta Askanews.

Dal canto loro i pastifici italiani (120 imprese, 4,8 miliardi di euro di fatturato) stanno investendo in media il 10% del proprio fatturato in ricerca e sviluppo per rendere gli impianti moderni, sicuri e sostenibili. Ma anche per rispondere alle esigenze di un mercato sempre più attento a gusto e nutrizione.