L’effetto Donald Trump frena l’export italiano

Le mosse di Donald Trump hanno un potente effetto non solo sulla politica internazionale, ma anche e sopratutto sull’economia globale. In un clima di protezionismo a favore dei prodotti a stelle e strisce, l’atteggiamento del presidente degli Stati Uniti d’America ha contribuito a frenare le esportazioni Made in Italy negli States. L’export oltreoceano ha infatti segnato una pesante battuta d’arresto, anche su prodotti tradizionalmente amatissimi dagli americani, come il vino e il food.

Esportazioni calate dell’1,1%

Il calo relativo alle esportazioni verso gli Stati Uniti è valutato nell’1,1%. Lo rivela la Coldiretti sulla base dei dati Istat relativi al commercio estero ad agosto rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. “La nuova strategia USA ‘America First’ sembra avere i primi effetti dovuti ad una politica monetaria aggressiva e un atteggiamento forse più neoprotezionista nei consumi. Si tratta di un segnale preoccupante che trova conferma anche nell’andamento del vino che è il principale prodotto agroalimentare italiano esportato negli Usa” afferma la Coldiretti in una nota diffusa recentemente. Che aggiunge: “Dopo anni di crescita ininterrotta le esportazioni vinicole italiane hanno invertito la tendenza con un segno negativo e sono ammontate, a 1.497.710 ettolitri per un valore di 779 milioni di dollari e 91mila, contro 1.501.130 ettolitri, per un valore di 779 milioni di dollari e 179mila nei primi sette mesi dell’anno in corso rispetto al corrispondente periodo dello scorso anno”.

Soffre l’intero comparto agroalimentare

L’export agroalimentare italiano verso gli Stati Uniti – afferma la Coldiretti – vale complessivamente 3,8 miliardi di euro ed è costituito per la metà dai comparti del vino (1,3 miliardi, il 35% del totale) e dell’olio (circa 500 milioni, pari al 13%), ma rilevante è anche il peso delle esportazioni di formaggi e latticini (289 milioni di euro, 8% del totale), pasta (244 milioni, pari al 6%), prodotti dolciari (198 milioni, 5%) e ortofrutta trasformata (196 milioni, 5%).

Quello americano, prosegue l’associazione dei produttori, rappresenta per l’agroalimentare italiano il primo mercato di esportazione fuori dai confini comunitari per un valore che è pari al 10% del totale.

America First, per l’Italia meglio di no

Non resta che augurarsi che la politica “America First” non prosegua così come indicato da Trump durante la sua durissima campagna elettorale. Se l’atteggiamento non cambierà, per l’economia italiana si tradurrebbe in una possibile perdita fino a 1,4 miliardi di euro nelle esportazioni verso gli Stati Uniti, di cui oltre trecento milioni nel solo settore agroalimentare.