Mese: Novembre 2018

Tv a rischio privacy

La Tv “su misura” sta registrando un vero e proprio exploit a livello globale, ma si tratta di uno sviluppo non esente da pericoli, almeno per quanto evidenziato da Federprivacy. In base alle osservazioni dell’Associazione dei Professionisti della Privacy, questo strumento presenta possibili “rischi di discriminazione, condizionamento delle opinioni personali, e sulla protezione dei dati personali.”

Un fenomeno che cresce

Cresce infatti il fenomeno della “addressable tv” un tipo di pubblicità mirata che viene visualizzata dai telespettatori in modo personalizzato tenendo conto dell’ubicazione geografica, delle fasce d’età, del sesso, dei singoli gusti ed abitudini di consumo. Le aziende statunitensi hanno investito sulla addressable tv 2,25 miliardi di dollari, solo quest’anno, con un incremento del 79% rispetto allo scorso anno, con la prospettiva di diventare un terzo della pubblicità totale nelle trasmissioni audiovisive entro il 2022.

Allarme privacy e diritti fondamentali

Le tecnologie basate sugli algoritmi e l’analisi dei comportamenti degli utenti utilizzate per la pubblicità su misura in televisione aprono criticità su vari fronti riguardanti i diritti fondamentali dell’individuo, non ultimo il rispetto della privacy. “Con le moderne smart tv, un quarantenne dirigente d’azienda può vedere uno spot che gli propone una costosa berlina full optional, mentre nello stesso momento un suo coetaneo operaio sintonizzato sulla stessa emittente può invece visualizzare una pubblicità su un’utilitaria economica, magari da pagare a rate “ spiega Nicola Bernardi, Presidente di Ferderprivacy, Associazione dei Professionisti della Privacy.

Le “smart” tv

In Europa i televisori HbbTv (Hybrid broadcast broadband TV) che sono abilitati a ricevere questa tipologia di pubblicità sono già 44 milioni, di cui quattro milioni solo in Italia, ma il presidente di Federprivacy solleva non poche perplessità: in base al Regolamento UE 2016/679 sulla protezione dei dati personali, quando l’utente viene profilato per potergli proporre spot pubblicitari su misura in base all’analisi del suo comportamento, dei suoi gusti e delle sue abitudini di consumo, deve esserne infatti informato preventivamente in modo trasparente ed essere in grado di esprimere in modo consapevole il suo consenso, con il diritto di revocarlo in qualsiasi momento.

Le sanzioni

Anche se il fenomeno della “addressable tv” sembra destinato a vedere presto una larga diffusione anche in Europa ed in Italia, è quindi necessario rispettare le regole del GDPR, anche perché le sanzioni per chi non rispetta la privacy degli utenti possono arrivare fino a 20 milioni di euro o fino al 4% del fatturato annuo globale dei trasgressori.

Mutui e 730: i costi che si possono tagliare

Il mutuo può anche diventare un “taglio” quando si compila la dichiarazione dei redditi. Non tutti i contribuenti lo sanno, ma esistono alcune voci connesse al mutuo e alla sua stipula che possono essere detratte dal modulo 730. Innanzitutto, è bene sapere che è previsto uno sgravio Irpef pari al 19% degli interessi passivi sui mutui garantiti da ipoteca per l’acquisto dell’abitazione principale, con un tetto massimo su cui calcolare il bonus di 4.000 euro annui. Quindi la detrazione massima può raggiungere i 760 euro. L’agevolazione si estende anche ai “relativi oneri accessori”: questo significa che è perciò detraibile pure la parcella del notaio per la stipula del contratto di mutuo prima casa. Si tratta di un onorario professionale che costituisce probabilmente la voce più pesante in termini di costo.

Cosa e quanto si può detrarre

Nell’elenco delle voci detraibili ci sono poi le imposte d’atto connesse al mutuo, comprese l’imposta per l’iscrizione o la cancellazione di ipoteca e l’imposta sostitutiva sul capitale prestato. Per un mutuo di medio importo (fascia 120-150 mila euro) questi costi possono oscillare tra i 1.500 e i 2.500 euro, ovviamente destinati a salire all’aumentare della somma erogata. Come precisato dall’Agenzia delle entrate nella circolare n. 7/E del 27 aprile 2018, risultano agevolabili anche eventuali commissioni pagate agli istituti per la loro attività di intermediazione, nonché le spese di istruttoria e di perizia tecnica.

Cosa invece non è detraibile

Esiste poi una serie di costi che, al contrario, non sono detraibili. Tra questi rientrano le spese di assicurazione dell’immobile, quelle notarili riferite alla stipula dell’eventuale preliminare di compravendita dell’immobile e del rogito. Sono indetraibili anche le imposte pagate dall’acquirente dell’abitazione (registro se si tratta di bene già esistente, Iva se si tratta di immobile nuovo), le imposte d’atto connesse al trasferimento degli immobili, vale a dire i tributi ipotecari e catastali.

Fondamentale informarsi per non commettere errori

E’ molto importante per chi sottoscrive un mutuo capire quali siano le voci di spesa che possono rientrare nel beneficio fiscale. A stilare un breve vademecum sono i portali mutui.it e facile.it. che mettono in guardia da eventuali “inghippi” burocratici. Facciamo un esempio pratico: in molti casi il tetto dei 4.000 euro potrebbe impedire il recupero pieno del 19% degli interessi e dei rispettivi oneri che vanno inseriti nella dichiarazione dei redditi dell’anno in cui sono stati sostenuti, tipicamente il primo, e non possono essere “spalmati” nel tempo.